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Sin dalle più antiche attestazioni, il libro latino di contenuto giuridico presenta caratteristiche grafiche e materiali sue peculiari, apparendo al pubblico antico dotato di sua una fisionomia distintiva. Tra I e VI secolo, la regolarità nella distribuzione del testo si coglie soprattutto nei manoscritti di contenuto normativo; conseguenza, oltre che del dato pratico, anche della natura e del valore del testo. Il riflesso di tale fissità è ancora visibile nel paratesto dei codici giuridici prodotti a Roma nel Medioevo. In questo saggio, il confronto tra manoscritti di epoche diverse intende mettere in luce queste consistenti analogie; che si devono sia alla struttura stessa delle opere di contenuto normativo, che ‘impone’ un’organizzazione della materia alquanto rigida e paratestualmente ricca; sia ad una sorta di tendenza al ‘conservatorismo’ della mise en page, che potrebbe derivare alla Roma medievale da modelli (antigrafi) direttamente tardoantichi, rimasti silenti per molti secoli. |