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Dalla “finestra arredata” di Giò Ponti, ai nastri corbusiani, dal piano-parete traslucido di Mies van der Rohe, ai trafori del Raumplan loosiano, la finestra è ancora al centro dell’abitare contemporaneo: liberalo sguardo, accoglie la luce, gestisce la dialettica del dentro e del fuori, si specializza per offrire spazi d’uso. Il saggio propone una riflessione sul comfort abitativo legato alle possibilità offerte dalla finestra come cornice, membrana, giunto, luogo abitabile. Piccole aperture che portano le pareti controluce svelandone gli spessori; aperture più audaci che suggellano con la natura un “nuovo patto”; aperture taglienti fatte per inghiottire la luce sottolineando l’autonomia degli elementi; aperture che trasformano il vano di una finestra in una vera e propria “stanza nella stanza”. Attraverso l’analisi di casi studio si indaga il ruolo che la luce ha nell’orientare lo spazio interno e nel sottolinearne il principio d’ordine. L’approccio critico pone l'accento non tanto sui tratti di eccezionalità formale o espressiva - quelli irripetibili, legati al linguaggio specifico dei maestri - ma sugli aspetti esemplari, tipizzabili, connessi a quei principi universali che fondano la cultura architettonica su un bagaglio di sapere e di esperienze senza tempo. |