Il drago cinese alla guerra dei simboli

Autor: MARINO, Arnaldo
Přispěvatelé: Marino, Arnaldo
Jazyk: italština
Rok vydání: 2010
Předmět:
Popis: La realizzazione del SWFC (Shanghai World Financial Center) ha richiesto undici anni (27 agosto 1997, 30 agosto 2008) comprensivi anche di una battuta d'arresto di circa quattro coincidente con una delle più rovinose crisi finanziarie asiatiche. Il progetto di Kohn Pedersen Fox (www.kpf.com) interpreta il programma finanziario di un consorzio di investitori giapponesi guidato dalla Mori Corporation, un gigante economico con una sua visione della modernità urbana fatta di densificazione e “vertical cities garden”. Seguendo uno schema, sia statico che funzionale, che trova nel J.Hancock Center di SOM a Chicago del 1968 il capostipite di questo genere, il progetto prevede che intorno ad un nocciolo centrale, fortemente inerziale costituito dal sistema delle connessioni verticali (scale, ascensori e tecnologico), si sviluppi anularmente lo spazio servito per un totale di 358.000 mq. Realizzando in termini funzionali un mix che garantisce la compresenza di attività commerciali, lavorative e residenziali e dunque rifugge dai limiti e dalla scarsa attrattiva degli edifici monofunzionali. Sulla base di canoni ormai classici l'edificio modula il suo volume in tre segmenti (basamento-fusto-coronamento) corrispondenti funzionalmente alle differenti attività insediate. Solidamente incardinato su un “podio” compatto e massivo che lo radica fortemente al suolo, il volume affonda per 3 piani sotto il livello di terra a realizzare un capace parcheggio, ed emerge per 5 con un vasto e sontuoso centro per il commercio. Su questa sorta di piedistallo si erge poi, affusolato e lucente con la sua pelle vitrea prima di asperità, il fusto del corpus principale costituito per 70 piani (7-77) da spazi per ufficio e per altri 15 (79-93) dall'ennesimo lussuoso ed esclusivo hotel. Con un ultimo guizzo infine, a coronare il suo bisogno di primato, la stele si conclude con un maestoso, e forse retorico se non inutile, portale che assicura però ai visitatori paganti della galleria belvedere un'esperienza visiva unica e incomparabile. Nell'allegoria dei segni, che poggia nella tradizione cinese, il prisma basale allude alla terra mentre i due archi, dalla cui intersezione si genera il volume principale, rappresentano il cielo. E dunque l'edificio si pone come elemento di legame tra i due. Ma l'argomento sembra debole se e vero come è vero che il grattacielo in quanto tale, per sua natura, è nato per scalare il cielo. Rimane il dato ingegneristico, quello si ineludibile, di alleggerire e rastremare il volume per ridurre la resistenza alle forse orizzontali e, a parità d'altezza, il peso complessivo del gigante. D'altronde che la questione sia staticamente rilevante è confermato dalla necessità di “smorzare” l'oscillazione apicale dell'edificio - fino ad 1 metro - in presenza di vento, adottando un espediente già sperimentato nel 1977 da Hugh Stubbins nel suo Citicorp Bldg a New York. La dislocazione infatti al 90° piano di un bilanciere inerziale di 150 tonnellate, monitorato e azionato da computers, consente di assorbire l'energia trasmessa dal vento, e di mitigare lo spostamento laterale che genererebbe condizione di malessere oltreché insicurezza. The construction of the SWFC (Shanghai World Financial Center) took eleven years (August 27, 1997, August 30, 2008) including a setback of about four years during one of the most devastating Asian financial crisis. The Kohn Pedersen Fox’s project (www.kpf.com) interprets the financial program of a consortium of Japanese investors led by Mori Corporation, an economic giant with a vision of modernity made of urban densification and "vertical garden cities". Following a pattern, both static and functional, which founds in J.Hancock SOM Center in Chicago (1968) the first of its kind, the project organizes around a central core, consisting of vertical connections (stairs, elevators and technological systems), annularly spaces for a total of 358,000 sqm. This concept realizes a functional mix that guarantees the coexitence of commercial, residential and working area and thus avoids limits and the lack of attractiveness of monofunctional buildings. Based on the classic rules, the building modulates its volume in three segments (trunk-crown-base) corresponding to different functions. Firmly hinged on a compact and massive "podium" that strongly roots it to the ground, the volume sinks into the ground below for 3 floors in order to create a big parking area, and comes out for 5 with a magnificent center for trade. On this sort of podium stands, tapering and sleek with its glass skin, the shaft of the main body consisting of 70 floors (7-77) of office spaces and other 15 (79-93) for another luxurious and exclusive hotel. With a last flash, in order to crown his need for primacy, the building concludes in a majestic, perhaps rhetorical, maybe useless, portal that provides paying visitors a unique belvedere and an incomparable visual experience. For the allegory of signs, based into the Chinese tradition, the basement refers to the ground while the two arcs, whose intersection generats the main volume, represents the sky. In this vision the building becomes an element of connection between the two. This argument seems weak if it is true, and it is, that the skyscraper for its nature, was born to climb the sky. It remains the engineering concept, that is unavoidable, that reduce and taper the volume in porder to reduce the resistance to horizontal forces and the overall weight of the giant. Besides that, the fact it’s statically significant is confirmed by the need to "tone down" the swing of the building - up to 1 meter - in the presence of wind, adopting an expedient already used in 1977 by Hugh Stubbins in its Citicorp Bldg to New York: the placement at 90° floor of an inertial balance of 150 tons, operated and monitored by computers, able to absorb the energy transmitted by the wind, and to mitigate the lateral movement that would create conditions of insecurity as well as discomfort.
Databáze: OpenAIRE