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La conclamata maestria di Arrigo Boito nel destreggiarsi tra le più mirabili acrobazie verbali (anagrammi acrostici palindromi tautogrammi…), e l’essere stato spesso accusato come compositore di “vano cerebralismo”, permette di rapportarne la molteplice produzione letteraria e compositiva anche all’enigmistica tout court e all’indefesso montaggio/rimontaggio dei significanti operato dalle Avanguardie storiche. Inoltre, la spiccata vocazione di Boito artista poliedrico a erodere le frasi fatte, a scardinare i luoghi comuni, e a sciogliere negli acidi della decostruzione le ossificazioni semantiche, costituisce un eccellente banco di prova per saggiare le stimolanti ipotesi di Gianpaolo Sasso sulla mente intralinguistica e sul funzionamento più intimo della «macchina linguistica», verificabile anche tramite l’uso di software per l’analisi delle regolarità di tipo algoritmico dei testi. Infine, la doppia competenza di Boito poeta e compositore, conferma che i principali elementi di contatto tra il linguaggio e la musica sono gli elementi prosodici, ossia soprasegmentali: l’inflessione e il registro della voce, i profili di intonazione, la sequenza e la cadenza delle parole, le pause e gli accenti, la velocità di attacco, l’intensità. |