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La rimozione di determinati corpi (e i relativi usi dello spazio) dalle strade delle città italiane ci interpella sulla concezione e sul governo dello spazio pubblico e della cultura civica urbana che questo esprime. Il contributo guarda al co- siddetto Daspo urbano, lo strumento di gestione della sicurezza urbana pro- posto dal noto Decreto Minniti del 2017, che attraverso una redistribuzione di potere agli amministratori locali lavora all’epurazione dagli spazi dei flussi urbani dei soggetti che, pur non avendo commesso reati, sono da considerarsi scomodi per la loro stessa presenza. Il monitoraggio delle notizie pubblicate online (per sedici mesi a cavallo tra 2017 e 2018) ha permesso un’analisi dello strumento e delle prime modalità con cui è stato applicato, mettendone in luce duttilità ed efficacia: attraverso una delimitazione immateriale il Daspo urbano è potenzialmente attivo ovun- que, sorta di panopticon urbano. Le conclusioni suggeriscono come la gestione della pandemia da Covid19 abbia permesso a una collettività molto più ampia di sperimentare – seppur temporaneamente – il peso di politiche che comprimono la sfera dei diritti e delle libertà individuali, nessuno escluso. The removal of certain bodies (and related uses of space) from the streets of Italian cities questions us about the governance of public space and the ur- ban civic culture that this expresses. The contribution examines the so-called Daspo urbano, the tool for the management of urban security proposed by the well-known Decreto Minniti of 2017. Through a redistribution of power to local administrators, the Daspo works on the purge from the spaces of urban flows of subjects who, although they have not committed crimes, are to be considered inconvenient by their very presence. The monitoring of online news (for sixteen months between 2017 and 2018) allowed an analysis of the tool and the first ways it was applied, highlighting its pliability and effectiveness: through an immaterial delimitation, the Daspo urbano is potentially active everywhere, as a sort of urban panopticon. Conclusions suggest how the management of the Covid19 pandemic has allowed a much wider community to experience – albeit temporarily – the weight of policies that compress the sphere of individual rights and freedoms, no one excluded. |