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Analysis and modelling of leac...
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Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste
Autor:
Pantini, S
Jazyk:
angličtina
Rok vydání:
2013
Předmět:
consente di migliorare la capacità previsionale dei livelli di emissioni in uno specifico sito discarica. Infatti
le informazioni derivate dai diversi test hanno evidenziato l’esistenza di una stretta correlazione tra le concentrazioni in soluzione del carbonio organico disciolto (DOC) e di alcuni metalli (Co
per l’analisi qualitativa delle emissioni di percolato
nonché a limitare la migrazione di gas serra in atmosfera favorendo
possono fornire informazioni utili per il miglioramento o la taratura del modello stesso. In tale contesto
sono stati quindi eseguiti diversi esperimenti di lisciviazione su alcuni campioni di rifiuti prelevati da un impianto italiano di trattamento meccanico biologico che riceve rifiuti urbani indifferenziati. Nello specifico
attualmente
così come la valutazione di adeguate strategie di riduzione del metano (biocovers)
in particolare il pH ed il rapporto liquido/solido
co-smaltimento)
è stata adottata un metodologia sperimentale
prendendo in esame una particolare tipologia di rifiuti. Nello specifico
Ni
Nonostante le recenti politiche ambientali volte a ridurre la produzione di rifiuti urbani ed a promuovere strategie di gestione alternative
i principali rischi derivanti dall’esistenza e dall’esercizio delle discariche sono legati alla potenziale fuoriuscita del percolato e del gas di discarica nell'ambiente esterno
sulla base delle prestazioni ambientali ottenibili nelle specifiche condizioni del sito. L’utilizzo di modelli di simulazione combinato con campagne di monitoraggio presso reali impianti discariche e/o con studi sperimentali volti a riprodurre su piccola o vasta scala le condizioni in discarica
metodo di abbancamento/compattazione dei rifiuti
le questioni legate alle discariche ed ai loro potenziali impatti ambientali costituiscono ancora temi di forte attualità ed interesse scientifico. In effetti
le evidenze di questo studio sperimentale hanno indicato che le condizioni operative influenzano drasticamente la generazione del biogas dai rifiuti TMB
i sistemi artificiali di contenimento
delle strategie di gestione operativa applicate (es. ricircolo del percolato
richiedono previsioni affidabili delle emissioni nel tempo per analizzare la fattibilità del progetto e garantire il pieno rispetto delle prescrizioni ambientali. A tal fine
è importante sottolineare che il modello presentato fornisce una valutazione della produzione di percolato e di biogas solo da un punto di vista quantitativo. In effetti
Nonostante le recenti politiche ambientali volte a ridurre la produzione di rifiuti urbani ed a promuovere strategie di gestione alternative
le discariche continuano a rappresentare l'opzione principale per lo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU) nel contesto europeo e mondiale. Per tale ragione
le questioni legate alle discariche ed ai loro potenziali impatti ambientali costituiscono ancora temi di forte attualità ed interesse scientifico. In effetti
i principali rischi derivanti dall’esistenza e dall’esercizio delle discariche sono legati alla potenziale fuoriuscita del percolato e del gas di discarica nell'ambiente esterno
con conseguenti effetti di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
di riscaldamento globale
di contaminazione del suolo nonché di pericolo per la salute pubblica. Al fine di garantire un elevato grado di tutela ambientale e migliorare la sostenibilità delle discariche
i moderni impianti di smaltimento sono dotati di sistemi ingegneristici con specifiche funzioni atte a limitare la diffusione incontrollata delle emissioni nell’ambiente circostante. Ad esempio
i sistemi artificiali di contenimento
come il rivestimento impermeabile del fondo e delle sponde ed il sistema di copertura multistrato (capping)
mirano a ridurre le perdite di percolato dal fondo discarica e le infiltrazioni di acqua piovana nell’ammasso di rifiuti
nonché a limitare la migrazione di gas serra in atmosfera favorendo
eventualmente
l’ossidazione del metano mediante l'installazione di coperture biologicamente attive (biocovers). I sistemi di raccolta e rimozione del percolato sono progettati per minimizzare il battente di acqua che si instaura sulla sezione inferiore del corpo discarica e
di conseguenza
l’entità delle fuoriuscite di percolato attraverso la barriera di contenimento. Infine
i sistemi di captazione
trattamento ed utilizzo del gas da discarica consentono il recupero energetico garantendo
contemporaneamente
una riduzione dei rischi di esplosione e di incendio legati al possibile accumulo di metano. Dunque
l'impatto ambientale derivante dalla mobilizzazione di sostanze rilasciate o prodotte dai rifiuti attraverso le emissioni liquide e gassose può essere potenzialmente mitigato attraverso una adeguata progettazione delle barriere tecniche e dei sistemi di raccolta ed estrazione. Tuttavia
l’efficienza a lungo termine di tali sistemi nel limitare le emissioni da discarica risulta estremamente incerta e strettamente dipendente dalle condizioni specifiche del sito in esame quali
ad esempio
il regime climatico
il tipo di copertura vegetale
le caratteristiche del percolato prodotto (aggressività chimica) e l’entità degli sforzi agenti. Oltretutto
la progettazione ed il corretto funzionamento dei sistemi di raccolta e trattamento del percolato
delle reti di estrazione del gas di discarica e il dimensionamento dei sistemi di utilizzo o recupero energetico del biogas
così come la valutazione di adeguate strategie di riduzione del metano (biocovers)
richiedono previsioni affidabili delle emissioni nel tempo per analizzare la fattibilità del progetto e garantire il pieno rispetto delle prescrizioni ambientali. A tal fine
i modelli di simulazione delle discariche possono rappresentare uno strumento utile di supporto sia alla fase di progettazione e gestione dei sistemi di raccolta/estrazione del gas e del percolato sia alla fase di valutazione preliminare delle migliori configurazioni dei sistemi di contenimento
sulla base delle prestazioni ambientali ottenibili nelle specifiche condizioni del sito. L’utilizzo di modelli di simulazione combinato con campagne di monitoraggio presso reali impianti discariche e/o con studi sperimentali volti a riprodurre su piccola o vasta scala le condizioni in discarica
consente di migliorare la capacità previsionale dei livelli di emissioni in uno specifico sito discarica. Infatti
i dati ottenuti da tali indagini possono consentire di identificare i principali parametri e processi che governano la produzione di percolato e gas in discarica e
quindi
possono fornire informazioni utili per il miglioramento o la taratura del modello stesso. In tale contesto
il presente studio è stato inizialmente indirizzato a sviluppare un modello di screening della discarica che
sulla base di equazioni semplificate di tipo analitico ed empirico
consenta di ottenere una stima quantitativa del percolato e del gas producibili nel tempo
tenendo conto delle particolari condizioni sito-specifiche
delle proprietà dei rifiuti
delle principali caratteristiche della discarica e dei processi fondamentali che interessano l’ammasso dei rifiuti. Il modello sviluppato è stato quindi utilizzato per l’analisi di quattro impianti discarica
situati in diverse zone d’Italia ed attualmente in fase di gestione operativa
al fine di individuarne i parametri significativi e valutarne l’applicabilità ai diversi contesti sito-specifici. I risultati di tali simulazioni hanno mostrato una buona corrispondenza tra la produzione simulata di percolato ed il trend reale misurato in campo
rivelando inoltre che l'affidabilità delle previsioni modellistiche dipende fortemente dalla qualità dei dati di input utilizzati nelle simulazioni. In particolare
i casi studio analizzati hanno evidenziato che l'umidità iniziale dei rifiuti ed il coefficiente di compressione degli stessi sono parametri chiave per la valutazione dei volumi di percolato producibile. La capacità predittiva del modello nell’analisi di discariche in fase di post-gestione è stata invece valutata prendendo in considerazione diversi scenari di copertura finale e confrontando i risultati delle simulazioni con quelli restituiti dal modello idrologico HELP (Hydrological Evaluation of Landfill Performance)
che rappresenta lo strumento più utilizzato nel panorama mondiale per l'analisi comparativa di sistemi di impermeabilizzazione compositi. In questo caso
i risultati hanno evidenziato che
nonostante il modello sviluppato adotti un approccio semplificato
risulta in grado di fornire stime attendibili dei tassi di infiltrazione e percolazione in discariche chiuse
mostrando previsioni in linea con il modello HELP. Tuttavia
è importante sottolineare che il modello presentato fornisce una valutazione della produzione di percolato e di biogas solo da un punto di vista quantitativo. In effetti
la stima della composizione qualitativa delle emissioni non è stata inclusa nella modellazione in quanto
essendo fortemente dipendente dal tipo di rifiuto abbancato e dalle sue caratteristiche chimico-fisiche
renderebbe la previsione in un fase di screening poco rappresentativa di quello che si potrebbe realmente verificare in campo. Quindi
per l’analisi qualitativa delle emissioni di percolato
è stata adottata un metodologia sperimentale
comprendente diversi tipi di prove su scala di laboratorio
prendendo in esame una particolare tipologia di rifiuti. Nello specifico
la ricerca è stata focalizzata sui rifiuti prodotti dal trattamento meccanico biologico (TMB) in quanto
in seguito all'attuazione della direttiva comunitaria in materia di discariche 1999/31/CE che impone agli stati membri di smaltire in discarica esclusivamente i rifiuti che siano stati sottoposti ad un trattamento preliminare o ad incenerimento
tali materiali
attualmente
costituiscono il flusso principale di rifiuti in ingresso ai nuovi impianti di smaltimento in Italia. Tuttavia
a causa della relativamente recente introduzione della tecnologia TMB all’interno del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani
ad oggi
pochissimi dati sono disponibili sul comportamento ambientale di questo materiale una volta smaltito in discarica e
dunque
la conoscenza attuale deriva essenzialmente da studi condotti su scala di laboratorio. In particolare
la valutazione del comportamento a lisciviazione e dell’influenza delle condizioni ambientali sulla mobilizzazione dei contaminanti dai rifiuti TMB rappresenta un ambito ancora poco studiato in letteratura. Per avere una visione più approfondita sul meccanismo di lisciviazione e sulla modellazione del rilascio di inquinanti dai rifiuti TMB
sono stati quindi eseguiti diversi esperimenti di lisciviazione su alcuni campioni di rifiuti prelevati da un impianto italiano di trattamento meccanico biologico che riceve rifiuti urbani indifferenziati. Nello specifico
il rifiuto TMB è stato dapprima caratterizzato mediante analisi chimo-fisiche e successivamente sottoposto a test statici di eluizione
test a pH variabile e test di percolazione in colonna
al fine di valutare l’effetto di diversi parametri
in particolare il pH ed il rapporto liquido/solido
sul rilascio di contaminanti dalla matrice in esame. I risultati ottenuti hanno mostrato che
nonostante i rifiuti TMB siano contraddistinti da un elevato contenuto di metalli pesanti
solo una ridotta percentuale degli stessi appare realmente solubile e quindi biodisponibile. Inoltre
le informazioni derivate dai diversi test hanno evidenziato l’esistenza di una stretta correlazione tra le concentrazioni in soluzione del carbonio organico disciolto (DOC) e di alcuni metalli (Co
Cr
Cu
Ni
V
Zn)
suggerendo che il loro rilascio sia essenzialmente governato da reazioni di complessazione al DOC. I risultati dei diversi test di lisciviazione sono stati quindi interpolati al fine di determinare
per ciascuno metallo
i valori dei coefficienti di ripartizione DOC-Me. Questi dati
insieme ad un modello semplificato che descrive il rilascio del DOC
hanno consentito di ottenere un buon accordo tra le concentrazioni simulate e quelle misurate durante gli esperimenti in colonna
fornendo inoltre alcune informazioni utili per la valutazione delle emissioni a lungo termine da questo tipo di rifiuto in uno scenario di smaltimento in discarica. Al fine di completare lo studio relativo al comportamento ambientale dei rifiuti TMB in riferimento al processo di generazione del biogas
il campione di rifiuto è stato sottoposto ad alcuni test batch anaerobici. L’obiettivo è stato quello di valutare sia la biodegradabilità dei rifiuti TMB
in termini di capacità massima di gas producibile
che gli effetti sul processo di metanizzazione derivanti da differenti condizioni ambientali. Nello specifico
le prove sono state condotte variando il contenuto di acqua nei rifiuti e la temperatura operativa
assumendo per tali parametri un range di valori rappresentativo di differenti opzioni di gestione della discarica (“dry tomb” o bioreattori). In quasi tutte le condizioni di prova è stato osservato un periodo di latenza piuttosto lungo (diversi mesi) a causa degli effetti di inibizione derivanti dalle elevate concentrazioni di acidi grassi volatili (VFA) e ammoniaca misurate nel sistema
che hanno rivelato una scarsa stabilità biologica del rifiuto in esame. Inoltre
i risultati sperimentali hanno dimostrato che il contenuto d’acqua nei rifiuti rappresenta il fattore chiave che può limitare lo sviluppo del processo biologico anaerobico. Infatti
per valori del contenuto iniziale di acqua nei rifiuti inferiori al 32%w/w
l’attività metanogenica è apparsa del tutto inibita. In generale
le evidenze di questo studio sperimentale hanno indicato che le condizioni operative influenzano drasticamente la generazione del biogas dai rifiuti TMB
sia in termini di produzione specifica di gas che di velocità della cinetica di formazione. Ciò suggerisce che si deve prestare particolare attenzione quando i risultati dei test condotti su scala di laboratorio vengono impiegati per le valutazioni del comportamento a lungo termine di tali rifiuti in discarica
dove oltremodo le condizioni al contorno cambiano in continuazione e variano notevolmente a seconda del clima
delle strategie di gestione operativa applicate (es. ricircolo del percolato
metodo di abbancamento/compattazione dei rifiuti
co-smaltimento)
delle caratteristiche idrauliche di rifiuti abbancati
della presenza e della tipologia dei sistemi di copertura temporanee e finali posti in essere
ad oggi
le discariche continuano a rappresentare l'opzione principale per lo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU) nel contesto europeo e mondiale. Per tale ragione
i dati ottenuti da tali indagini possono consentire di identificare i principali parametri e processi che governano la produzione di percolato e gas in discarica e
tali materiali
delle reti di estrazione del gas di discarica e il dimensionamento dei sistemi di utilizzo o recupero energetico del biogas
situati in diverse zone d’Italia ed attualmente in fase di gestione operativa
contemporaneamente
in seguito all'attuazione della direttiva comunitaria in materia di discariche 1999/31/CE che impone agli stati membri di smaltire in discarica esclusivamente i rifiuti che siano stati sottoposti ad un trattamento preliminare o ad incenerimento
essendo fortemente dipendente dal tipo di rifiuto abbancato e dalle sue caratteristiche chimico-fisiche
il tipo di copertura vegetale
suggerendo che il loro rilascio sia essenzialmente governato da reazioni di complessazione al DOC. I risultati dei diversi test di lisciviazione sono stati quindi interpolati al fine di determinare
nonostante il modello sviluppato adotti un approccio semplificato
i risultati hanno evidenziato che
risulta in grado di fornire stime attendibili dei tassi di infiltrazione e percolazione in discariche chiuse
per valori del contenuto iniziale di acqua nei rifiuti inferiori al 32%w/w
il presente studio è stato inizialmente indirizzato a sviluppare un modello di screening della discarica che
nonostante i rifiuti TMB siano contraddistinti da un elevato contenuto di metalli pesanti
pochissimi dati sono disponibili sul comportamento ambientale di questo materiale una volta smaltito in discarica e
consenta di ottenere una stima quantitativa del percolato e del gas producibili nel tempo
renderebbe la previsione in un fase di screening poco rappresentativa di quello che si potrebbe realmente verificare in campo. Quindi
che hanno rivelato una scarsa stabilità biologica del rifiuto in esame. Inoltre
dove oltremodo le condizioni al contorno cambiano in continuazione e variano notevolmente a seconda del clima
i moderni impianti di smaltimento sono dotati di sistemi ingegneristici con specifiche funzioni atte a limitare la diffusione incontrollata delle emissioni nell’ambiente circostante. Ad esempio
sulla base di equazioni semplificate di tipo analitico ed empirico
mostrando previsioni in linea con il modello HELP. Tuttavia
hanno consentito di ottenere un buon accordo tra le concentrazioni simulate e quelle misurate durante gli esperimenti in colonna
Settore ING-IND/09 - Sistemi per l'Energia e L'Ambiente
delle caratteristiche idrauliche di rifiuti abbancati
di contaminazione del suolo nonché di pericolo per la salute pubblica. Al fine di garantire un elevato grado di tutela ambientale e migliorare la sostenibilità delle discariche
la conoscenza attuale deriva essenzialmente da studi condotti su scala di laboratorio. In particolare
l’ossidazione del metano mediante l'installazione di coperture biologicamente attive (biocovers). I sistemi di raccolta e rimozione del percolato sono progettati per minimizzare il battente di acqua che si instaura sulla sezione inferiore del corpo discarica e
l'impatto ambientale derivante dalla mobilizzazione di sostanze rilasciate o prodotte dai rifiuti attraverso le emissioni liquide e gassose può essere potenzialmente mitigato attraverso una adeguata progettazione delle barriere tecniche e dei sistemi di raccolta ed estrazione. Tuttavia
le caratteristiche del percolato prodotto (aggressività chimica) e l’entità degli sforzi agenti. Oltretutto
della presenza e della tipologia dei sistemi di copertura temporanee e finali posti in essere
ad esempio
per ciascuno metallo
i risultati sperimentali hanno dimostrato che il contenuto d’acqua nei rifiuti rappresenta il fattore chiave che può limitare lo sviluppo del processo biologico anaerobico. Infatti
dunque
la progettazione ed il corretto funzionamento dei sistemi di raccolta e trattamento del percolato
la ricerca è stata focalizzata sui rifiuti prodotti dal trattamento meccanico biologico (TMB) in quanto
comprendente diversi tipi di prove su scala di laboratorio
l’attività metanogenica è apparsa del tutto inibita. In generale
fornendo inoltre alcune informazioni utili per la valutazione delle emissioni a lungo termine da questo tipo di rifiuto in uno scenario di smaltimento in discarica. Al fine di completare lo studio relativo al comportamento ambientale dei rifiuti TMB in riferimento al processo di generazione del biogas
Cr
i sistemi di captazione
Cu
l’efficienza a lungo termine di tali sistemi nel limitare le emissioni da discarica risulta estremamente incerta e strettamente dipendente dalle condizioni specifiche del sito in esame quali
la stima della composizione qualitativa delle emissioni non è stata inclusa nella modellazione in quanto
che gli effetti sul processo di metanizzazione derivanti da differenti condizioni ambientali. Nello specifico
come il rivestimento impermeabile del fondo e delle sponde ed il sistema di copertura multistrato (capping)
al fine di individuarne i parametri significativi e valutarne l’applicabilità ai diversi contesti sito-specifici. I risultati di tali simulazioni hanno mostrato una buona corrispondenza tra la produzione simulata di percolato ed il trend reale misurato in campo
il rifiuto TMB è stato dapprima caratterizzato mediante analisi chimo-fisiche e successivamente sottoposto a test statici di eluizione
rivelando inoltre che l'affidabilità delle previsioni modellistiche dipende fortemente dalla qualità dei dati di input utilizzati nelle simulazioni. In particolare
sul rilascio di contaminanti dalla matrice in esame. I risultati ottenuti hanno mostrato che
test a pH variabile e test di percolazione in colonna
solo una ridotta percentuale degli stessi appare realmente solubile e quindi biodisponibile. Inoltre
il campione di rifiuto è stato sottoposto ad alcuni test batch anaerobici. L’obiettivo è stato quello di valutare sia la biodegradabilità dei rifiuti TMB
delle principali caratteristiche della discarica e dei processi fondamentali che interessano l’ammasso dei rifiuti. Il modello sviluppato è stato quindi utilizzato per l’analisi di quattro impianti discarica
in termini di capacità massima di gas producibile
sia in termini di produzione specifica di gas che di velocità della cinetica di formazione. Ciò suggerisce che si deve prestare particolare attenzione quando i risultati dei test condotti su scala di laboratorio vengono impiegati per le valutazioni del comportamento a lungo termine di tali rifiuti in discarica
Zn)
i casi studio analizzati hanno evidenziato che l'umidità iniziale dei rifiuti ed il coefficiente di compressione degli stessi sono parametri chiave per la valutazione dei volumi di percolato producibile. La capacità predittiva del modello nell’analisi di discariche in fase di post-gestione è stata invece valutata prendendo in considerazione diversi scenari di copertura finale e confrontando i risultati delle simulazioni con quelli restituiti dal modello idrologico HELP (Hydrological Evaluation of Landfill Performance)
costituiscono il flusso principale di rifiuti in ingresso ai nuovi impianti di smaltimento in Italia. Tuttavia
di riscaldamento globale
il regime climatico
al fine di valutare l’effetto di diversi parametri
tenendo conto delle particolari condizioni sito-specifiche
i valori dei coefficienti di ripartizione DOC-Me. Questi dati
quindi
una riduzione dei rischi di esplosione e di incendio legati al possibile accumulo di metano. Dunque
delle proprietà dei rifiuti
assumendo per tali parametri un range di valori rappresentativo di differenti opzioni di gestione della discarica (“dry tomb” o bioreattori). In quasi tutte le condizioni di prova è stato osservato un periodo di latenza piuttosto lungo (diversi mesi) a causa degli effetti di inibizione derivanti dalle elevate concentrazioni di acidi grassi volatili (VFA) e ammoniaca misurate nel sistema
i modelli di simulazione delle discariche possono rappresentare uno strumento utile di supporto sia alla fase di progettazione e gestione dei sistemi di raccolta/estrazione del gas e del percolato sia alla fase di valutazione preliminare delle migliori configurazioni dei sistemi di contenimento
a causa della relativamente recente introduzione della tecnologia TMB all’interno del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani
eventualmente
l’entità delle fuoriuscite di percolato attraverso la barriera di contenimento. Infine
la valutazione del comportamento a lisciviazione e dell’influenza delle condizioni ambientali sulla mobilizzazione dei contaminanti dai rifiuti TMB rappresenta un ambito ancora poco studiato in letteratura. Per avere una visione più approfondita sul meccanismo di lisciviazione e sulla modellazione del rilascio di inquinanti dai rifiuti TMB
insieme ad un modello semplificato che descrive il rilascio del DOC
trattamento ed utilizzo del gas da discarica consentono il recupero energetico garantendo
di conseguenza
le prove sono state condotte variando il contenuto di acqua nei rifiuti e la temperatura operativa
mirano a ridurre le perdite di percolato dal fondo discarica e le infiltrazioni di acqua piovana nell’ammasso di rifiuti
con conseguenti effetti di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
che rappresenta lo strumento più utilizzato nel panorama mondiale per l'analisi comparativa di sistemi di impermeabilizzazione compositi. In questo caso
Databáze:
OpenAIRE
Externí odkaz:
https://explore.openaire.eu/search/publication?articleId=od______3667::0958b8bc982d4f5fd584ea3dd962fec4
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