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Tra il 1983 e il 1985, l’impressionante sequenza di omicidi e di stragi mafiose che insanguinò l’estremo Sud della Penisola favorì anche la nascita di un forte movimento politico e d’opinione, che reclamava iniziative istituzionali più drastiche per il risanamento sociale ed economico di quelle porzioni del territorio nazionale ove la sovranità dello Stato sembrava ormai espropriata dalle varie consorterie criminali che vi operavano indisturbate. Questo clima di forte mobilitazione politica e civile avrebbe potuto contribuire a spingere le istituzioni verso posizioni di sostegno all’attività degli investigatori e dei magistrati più impegnati nel contrasto alle organizzazioni mafiose. Il 10 febbraio 1986, dinanzi alla 1º Sezione della Corte di assise di Palermo presieduta da Alfonso Giordano, prendeva avvio il dibattimento del processo a carico di Abbate Giovanni + 474, che sarebbe passato alla storia come “il maxiprocesso” alla mafia. |