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I contributi della sezione "Archeologia" hanno offerto sguardi sul rapporto archeologia-architettura differenti, ma non diversi. Anzi in stretta relazione o similitudine analogica. Differenti, questi sguardi, perché diversi erano i luoghi, i contesti, i campi di applicazione di studio, di lettura critico-interpretativa e, in taluni casi, di sperimentazione di mirate idee progettuali. Da Villa Adriana a Palestrina, dal parco archeologico di Centocelle a quello di Elea-Velia nel Cilento, dalle vaste aree archeologiche urbane di Roma e di Milano alle straordinarie valli boscose dell’Etruria meridionale e a Bomarzo, sino al sito archeologico di Delo, nell'isola sacra di Apollo al centro dell'arcipelago delle Cicladi. Si è dunque narrato, attraverso interessanti riflessioni analitiche e proposte d’intervento, di un patrimonio culturale, storico, paesaggistico straordinario, ma al contempo dell’impellente necessità di potenziarne la riscoperta, dell’abbattimento di taluni recinti fisici, ma soprattutto delle “ideologiche” barriere protettive che, oltre la necessaria, indispensabile e innegabile tutela conservativa, determina degli innaturali processi di isolamento e decontestualizzazione rispetto agli stessi luoghi di fondazione delle aree archeologiche che finiscono, paradossalmente, quasi per diventare corpi “estranei”. Invece, un uso mirato e consapevole di tale patrimonio, da intendersi come bene e luogo comune, può condurre ad una sua reale fruizione, ma nei termini di una dimensione esperienziale basata sostanzialmente su una strutturale cognizione sinestetica fondata su una stimolazione visiva, tattile, uditiva, quindi polisensoriale. L’unica in grado di farci comprendere il profondo respiro fisiologico di questi luoghi. The contributions of the "Archaeology" section offered different but not divergent views on the relationship between archaeology and architecture. Indeed in close relationship or analogue similarity. Different, these looks, because different were the places, the contexts, the fields of application of study, critical-interpretative reading and, in some cases, experimentation of targeted design ideas. From Villa Adriana to Palestrina, from the archaeological park of Centocelle to that of Elea-Velia in the Cilento, from the vast urban archaeological areas of Rome and Milan to the extraordinary wooded valleys of southern Etruria and Bomarzo, to the archaeological site of Delos, in the sacred island of Apollo in the middle of the Cyclades archipelago. It is therefore narrated, through interesting analytical reflections and proposals for intervention, an extraordinary cultural, historical and landscape heritage, but at the same time the urgent need to strengthen the rediscovery, the demolition of certain physical enclosures, but above all of the "ideological" protective barriers that, in addition to the necessary, indispensable and undeniable conservation, determines the unnatural processes of isolation and decontextualization compared to the very places of foundation of the archaeological areas that end, paradoxically, almost to become "foreign" bodies. Instead, a targeted and conscious use of this heritage, to be understood as a good and commonplace, can lead to its real fruition, but in terms of an experiential dimension based essentially on a structural synesthetic cognition based on a visual stimulation, tactile, auditory, then polysensory. The only one able to make us understand the deep physiological breath of these places. |