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La laringe rappresenta il principale organo vocale, ma riveste anche un ruolo determinante nell'attività muscolare. E' noto infatti che la funzione di fissazione della laringe partecipi alla stabilizzazione dell'intera gabbia toracica, durante il compimento di uno sforzo attraverso l'accollamento cordale e la manovra di Valsalva, la laringe, dunque, ricopre un ruolo primario anche in questa funzione, come dimostrato dagli studi sui soggetti laringectomizzati, i quali riferiscono difficoltà nel sollevare oggetti pesanti dopo l'intervento (1). In ambito sportivo atleti ed istruttori possono evidenziare, durante la pratica, emissioni di sforzo sfocianti nel malmenage vocale esponendosi al rischio di disfonia muscolo-tensiva. Reich et al. (1986) ha condotto uno studio sul comportamento vocale dei cheerleaders, rilevando modalità ipercinetiche dei meccanismi fonatori tendenti ad innescare disfunzioni nodulari delle corde vocali (2). Heidel et al. (1993) ha ricercato l'insorgenza della sintomatologia fonopatica negli istruttori di aerobica, rilevando come questi esibissero raucedine, disfonia o afonia, tensioni muscolo-scheletriche, colpi di glottide e livelli di intensità e di F0 che superavano i range limite (3), dati confermati dalle successive ricerche condotte da Long et al. (1998) (4), e paragonando queste modalità vocali a quelle dei cheerleaders, evidenziando un elevato decremento della sintomatologia disfonica nei partecipanti alle lezioni (3). Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare le modificazioni glottiche, incorrenti nella produzione di emissioni fonatorie sotto sforzo sub-massimale, al fine di comprendere i meccanismi di avvio del malmenage vocale di atleti ed istruttori ed elaborare un protocollo di riscaldamento vocale in un' ottica preventiva-rieducativa. Abbiamo condotto uno studio di osservazione video-laringo-strobo-scopica, eseguita con rino-faringo-laringo-scopio a fibre ottiche flessibili di emissioni fonatorie sotto sforzo sub-massimale, durante l'esecuzione del curl con bilanciere in posizione ortostatica. Ha partecipato allo studio un soggetto di sesso maschile con un età di 21 anni, un'altezza di 1,75 m, un peso di 71 kg che non presentava patologie a carico dell'organo vocale. Lo stile di vita del soggetto era attivo, in quanto praticava un'attività aerobica (corsa di lunga durata) due volte a settimana da almeno 1 anno. Il soggetto prima di essere sottoposto alle valutazioni è stato familiarizzato all'esecuzione del gesto tecnico e sottoposto al calcolo del massimale, effettuato con il metodo indiretto delle ripetizioni, che prevede l'esecuzione del maggior numero di ripetizioni con un carico predeterminato. Il soggetto prima di effettuare l'analisi ha svolto un riscaldamento dei principali distretti corporei, successivamente ha svolto l'esercizio per 2 serie da 4 ripetizioni a carico naturale sollevando un bastone sul quale imprimeva uno sforzo minimo imitando il gesto tecnico del curl, e al 50% e al 60% del massimale, con carichi equivalenti di 24 kg e 30 kg. Ogni singola serie prevedeva l'emissione vocale durante il sollevamento del carico, rispettivamente di 3 /e/, durante le prime tre ripetizioni, e di una /i/ durante l'ultima ripetizione. L'analisi si componeva di una valutazione video-laringo-strobo-scopica, una valutazione percettiva della voce e una valutazione spettro-acustica digitale eseguita con il software Praat. A scopo di confronto è stata eseguita una valutazione laringoscopica del soggetto, in condizioni baseline, che evidenziava un'attività cordale eufonica con attacco vocale dolce e assenza di ogni elemento organico o funzionale segno di patologia. Dalla comparazione delle valutazioni con il baseline si evidenzia come progressivamente all'aumentare del carico, aumenti il grado di chiusura glottica e aumenti la velocità di avvicinamento lungo la linea mediana delle corde vocali, diminuendo a sua volta il tempo di contatto cordale. L'analisi endoscopica mostra inoltre la comparsa di tre posture laringee scorrette, già osservabili nel sollevamento del bastone e di grado progressivamente maggiore al 60% del massimale: ipercontrazione e/o iperadduzione laterale con affrontamento glottico ipertonico e ipercontrazione e protrusione delle bande ventricolari che possono giungere a contatto; contrazione antero-posteriore della sopraglottide con ipertonia dei muscoli vocali e basculamento in avanti delle aritenoidi; ipertonia e iperadduzione della glottide posteriore con contatto fra le aritenoidi. Abbiamo, inoltre, rilevato endoscopicamente la presenza di un aumento di essudato mucoso a livello dei seni piriformi e della regione aritenoidea, refluito esofageo massimamente richiamato al 60% del massimale. L'osservazione semi-obiettiva in stroboscopia rileva un aumento dell'ampiezza e della progressione dell'onda mucosa all'aumentare del carico; non si evidenziano caratteri patologici nella morfologia e nella motilità cordale. Dall'analisi percettiva della voce la qualità risulta progressivamente pressata, con tenuta instabile, attacchi vocali duri e aumenti di intensità con l'aumentare del carico. L'analisi spettro-acustica effettuata sulle 3/i/ finali, infatti, rileva un aumento della F0 nelle tre prove, a carico naturale, al 50% e al 60% del massimale, passando per i valori di 160 Hz, 178 Hz, 192 Hz rispettivamente; abbiamo rilevato anche un aumento progressivo dei range di intensità nelle tre prove, a carico naturale, al 50% e al 60% del massimale, passando per i range 54/55 dB, 64/69 dB, 65/70 dB rispettivamente. Si evidenzia, inoltre, un aumento dei Pulse e Periods, mentre una tendenza a stabilizzarsi degli indici di perturbazione Jitter l.% e Shimmer l.% e del rapporto HNR. Lo studio condotto ha evidenziato i quadri glottici del malmenage vocale a cui sono soggetti istruttori ed atleti, non parlare durante lo sforzo fisico è una norma di igiene vocale, poichè l'attività fonatoria incorrente durante lo sforzo muscolare scatena il manifestarsi di iperpressioni glottidee. I dati mostrano come anche uno sforzo minimo, come il sollevamento del bastone, porti all'assunzione di posture laringee scorrette e modalità ipercinetiche di condotta vocale, da cui, a lungo andare può derivarne una disfonia muscolo-tensiva con possibile esito fono-traumatico. Si potrebbe speculare la pratica di un protocollo di riscaldamento vocale, come attività fono-respiratoria preparatoria all'attività fisica e vocale, come punto da cui non prescindere per atleti ed istruttori, specialmente delle categorie che facciano uso della voce durante le attività. I dati ottenuti non ci permettono di definire con precisione la provenienza dei refluiti esofagei e la loro composizione, informazioni in tal senso potrebbero trovare riscontro nella prevenzione e nella presa di misure di adeguatezza di condotta vocale connessa all'attività fisica, per i soggetti affetti da Gerd, infatti, in accordo con lo studio condotto da Jozkow et al. (2006) (5), in questi soggetti aumenti pressori a livello addominale potrebbero ripercuotersi a livello pilorico, causando un incremento del reflusso, e richiamare materiale gastro-esofageo in laringe. La scelta di utilizzare un approccio multidisciplinare per studiare le emissioni fonatorie sotto sforzo sub-massimale, potrebbe permettere di elaborare ed adottare progetti per la prevenzione della disfonia in ambito sportivo. References 1. Anastasi “Trattato di anatomia umana”, 2006, 2, 255-256. 2. Reich A, McHenry M, Keaton A. “A survey of dysphonic episodes on high-school cheerleaders”. Lang Speech Hear Serv School, 1986, 17, 63-71. 3. Heidel SE, Torgerson JK. “Vocal problems among aerobic instructors and aerobic participants”. J. Commun. Disord., 1993, 26, 179-191. 4. Long J, Williford HN, Olson MS, Wolfe V. “Voice problems and risk factors among aerobic instructors”. Journal of Voice, 1998, 12, 197-207. 5. Jozkow P, Wasko-Czopnik D, Medras M, Paradowski L. "Gastroesophageal reflux disease and physical activity". Sports Med, 2006,36(5):385-91. |