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Lo studio esamina le vicende storiche, i caratteri del territorio e della territorialità di Fiumefreddo di Sicilia a partire dalla definizione dei confini originari dell'antica baronia e dei feudi ad essa aggregati, ripercorrendo i diversi passaggi d’investitura, dai Parisio ai Mancuso, che ottennero per le terre licentia di populare seu rehabitare, passando per i Gravina, al cui nome la storia di Fiumefreddo è indissolubilmente legata. La ricerca è condotta su scala territoriale e pone particolare attenzione al quarantennio compreso tra la fine del XVIII secolo e i primi decenni del XIX, anni in cui i confini amministrativi e le strutture sociali di Fiumefreddo subirono profonde trasformazioni: la suddivisione in piccole partite enfiteutiche delle terre di San Basilio e l’estinzione dei diritti di servitù a favore dell’università di Linguaglossa precedevano di un trentennio lo smantellamento delle strutture feudali e l’avvio della riforma amministrativa borbonica. Negli stessi anni si consumava la vicenda della <> dei “quartieri” (antica denominazione dei villaggi) di Fiumefreddo, San Basile e Lenza, accordata nel 1801; la separazione della borgata di San Basile, sancita da un decreto reale del 1826; l’aggregazione dei quartieri di Diana e Torrerossa, risalente al primo quarantennio del secolo. La costruzione di nuove gerarchie amministrative e di potere e il loro riflesso nella definizione dei limiti amministrativi, assai labili nel tempo, è di grande ausilio per comprendere i caratteri dei contemporanei nessi sociali preistituzionali (comunità), istituzionali (il senso d’appartenenza al comune) e intermedi (radicamento e senso d’appartenenza ai quartieri). Si pensi ai retaggi contemporanei delle antiche contese territoriali sorte per la definizione o il mantenimento dei confini e alla conflittualità dei poteri tra i soggetti preposti al controllo territoriale o al loro possesso. La lettura proposta lega in tal modo il suo percorso d’indagine alle esigenze odierne della comunità. |