Riflessioni sull’ordine dorico tra la tarda repubblica e il principato augusteo

Autor: Kosmopoulos, Lorenzo, Kosmopoulos, Dimosthenis
Jazyk: italština
Rok vydání: 2023
Předmět:
Zdroj: Romula, ISSN-e 1695-4076, Nº. 19, 2020, págs. 201-227
Popis: URL del artículo en la web de la Revista: [https://www.upo.es/revistas/index.php/romula/article/view/7961]
Il presente contributo intende indagare la diffusione dell’ordine dorico in ambito italico tra la tarda età repubblicana e la prima età augustea. L’ordine architettonico, da sempre oggetto di plurimi studi, tende in ambito romano a emanciparsi dai paradigmi fissati a partire dall’età arcaica nel contesto greco a favore invece di una maggiore versatilità.In una prima fase, il dorico italico è soggetto a plurimi cambiamenti, estetici e sintattici, soprattutto in ambito sacrale, come mostrano gli esempi ben noti del tempio di Ercole a Ostia, di Ercole a Cori e la sintassi dorica adoperata nel santuario di Praeneste. A partire dal tardo II sec. a.C. si assiste pertanto a un alternarsi di forme in parte più aderenti al modello greco e in parte pioniere di un nuovo linguaggio che si sarebbe successivamente concretizzato definitivamente nell’architettura augustea.Tra la metà del I sec. a.C. e i primi decenni del I sec. d.C. il metamorfismo del dorico si trasforma in un dinamismo capace di realizzare sintassi inedite nella composizione di un alzato, al fianco di innovative tecniche costruttive come l’applicazione dell’ordine a parete che sostituisce in parte il sistema trilitico nei portici. Dal dibattito architettonico che caratterizza l’età tardo-repubblicana si sviluppano pertanto nuove forme decorative che tendono, durante la creazione del principato, a canonizzarsi in un nuovo linguaggio propriamente romano. In quest’ottica nel novero delle novae scalpturae vitruviane, perlopiù le diverse forme “corinzieggianti” dell’ormai consolidato ordine corinzio, devono essere ora accostati anche le molteplici varianti dei capitelli in seno all’ordine dorico, da riunirsi di conseguenza sotto il termine di “doricizzanti”.
This essay investigates the diffusion of the Doric order in Italy between the Late Republic and the early Augustan Age. In Roman hands this order, which has long been the subject of repeated study, was emancipated from the Greek paradigms fixed in the Archaic period in favour of a greater versatility. In the first phase, Italic Doric underwent multiple changes, both aesthetic and syntactical, above all in religious architecture, as is evidenced by the well-known examples of the Temple of Hercules at Ostia, of Hercules at Cori, and the sanctuary at Praeneste. From the late 2nd century B.C. onwards, therefore, the morphology of Doric alternated between fidelity to Greek models and a pioneering new language that would reach full fruition in Augustanarchitecture.Between the mid-1st century B.C. and the first decades of the 1st century A.D., the dynamic mutability of the Doric, alongside innovations in construction, enabled unprecedented syntax in elevational design, such as the engaged wall order that partly replaced the previous post-and-beam articulation of porticoes. As a result, new decorative forms emerged from the architectural debate that characterised the late republican age, which crystallized during the early principate in a new architectural language that was idiosyncratically Roman.In this light, we must number among the novae scalpturae vitruviane, which were mainly incarnations of the well-established Corinthian order, also the multiple capital types derived from the Doric, and which may collectively be called ‘Doricising.’
Universidad Pablo de Olavide
Databáze: OpenAIRE