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Non vi è dubbio che tra gli elementi che determinano il valore turistico di un territorio, un ruolo sempre più rilevante è detenuto dall'offerta agroalimentare. E altresì vero che il settore alimentare è tra i comparti che può trarre i maggiori benefici da processi di attivazione economica indotti dallo sviluppo turistico. Ciò vale soprattutto per quelle regioni che abbinano ad una spiccata vocazione turistica un'offerta enogastronomica a forte caratterizzazione territoriale. La Sardegna rientra a pieno titolo nel novero di tali regioni, perché provvista non solo di un patrimonio paesaggistico esclusivo ma anche di una propria e definita identità alimentare e gastronomica, cui può essere assegnato un ruolo non secondario nel catturare l'interesse dei visitatori attuali e potenziali. Allo stesso tempo, lo sostenibilità stessa del processo di sviluppo turistico nell'isola viene garantita dall'integrazione delle attività turistiche con il contesto socio-economico del territorio. Da questa relazione deriva, da un lato, la valorizzazione delle risorse locali e, dall'altro, lo possibilità di incrementare produzione ed occupazione presso i settori a monte dei servizi finali offerti al turista. Tra questi, il sistema agroalimentare riveste lo duplice funzione di fornitore di beni e servizi alle imprese del comparto turistico - contribuendo a caratterizzarne l'offerta regionale - e di destinatario delle attivazioni provenienti dalla domanda turistica. L'opportunità di approfondire questi temi è stata offerta dal programma di ricerca di rilevante interesse nazionale "Agroalimentare e flussi turistici: un modello di previsione". I risultati di questo studio, che ha impegnato l'Unità Operativa dell'Università di Sassari, sono raccolti nel presente volume. |