Popis: |
La mia ricerca indaga il rapporto tra politica, economia e lavoro a Mauritius, una piccola isola al centro del vasto sistema di interrelazioni economiche dell'Oceano Indiano. In una prospettiva storica, vengono presentati i sistemi di reclutamento della manodopera che si sono avvicendati sullisola, a partire dalla schiavitù, il lavoro forzato, il sistema di reclutamento a contratto noto come engagisme, fino agli odierni lavoratori migranti internazionali a contratto, provenienti principalmente da Bangladesh, India, Cina e Madagascar. Dopo l'indipendenza, nell'ambito del programma di diversificazione delleconomia promosso da una ampia coalizione politica di interesse nazionale, il governo mauriziano ha istituito una zona industriale franca orientata allesportazione (Export Processing Zone) per attirare capitali e investitori stranieri, fornendo loro le strutture e infrastrutture necessarie allinstallazione di una produzione sull'isola. Fu un successo. contrariamente alle aspettative, infatti, Mauritius non solo raggiunse la piena occupazione dei mauriziani, ma ben presto iniziò nuovamente ad importare manodopera straniera. Oggi il quadro è molto mutato: i datori di lavoro preferiscono i lavoratori migranti ai mauriziani, a causa del loro basso costo salariale. Né il governo mauriziano né i loro paesi di origine proteggono i diritti dei migranti. Tenendo conto delle prospettive dei diversi attori coinvolti in questi processi, la ricerca prende in considerazione i sistemi e le reti di reclutamento del lavoro, le politiche di indebitamento e di confinamento spaziale utilizzate per controllare il lavoro migrante e la posizione dei sindacati nei confronti del lavoro migrante. La lunga durata del bisogno di manodopera economica che caratterizza leconomia dellisola ha dato vita ad una società multietnica nella quale un mercato del lavoro etnicizzato riflette la doppia eredità proveniente dalle esperienze coloniali di schiavitù e di engagisme. La rappresentazione del lavoro e dei lavoratori, basata su una complessa categorizzazione degli individui e dei gruppi che compongono la società e che legittima le attuali strategie di approvvigionamento del lavoro, è un elemento fondamentale per comprendere la stabilità sociale, economica e politica delle Mauritius durante i suoi quasi 400 anni di storia. My research investigates the relationship between politics, economy and labour in Mauritius, a small island at the center of the wide system of economic interrelations of the Indian Ocean. In a historical perspective, I study changing forms of labour supply such as slavery, forced labour, the indenture system, and the contracts that today regulate international migrant labour, mostly from Bangladesh, India, China, Madagascar. After independence, under the program of diversification of the economy, Mauritian government established an Export Processing Zone (EPZ) to provide facilities to foreign companies that installed their production on the island. It was a success story that after having achieved the full employment of Mauritians, started to import foreign labour. Today, the picture is different: employers prefer migrants to Mauritians, because of their low wage cost. Neither the Mauritian government nor their countries of origin protect the rights of these migrants. Taking into account the perspectives of the different actors involved in these processes, I shall consider systems and networks of labour recruitment, the policies of debt and spatial confinement used to control migrant labour, and the position of Unions towards migrant labour. The long term need for cheap labor that characterizes Mauritian economy gave life to a multi-ethnic society in which an ethnicized labor market reflects the double heritage coming from the colonial experiences of slavery and engagisme. The representation of work and workers, based on a complex categorization of people and society, which continues to justify the strategies of labor supply and legitimizes the status quo, is a pivotal element to understand the social, economic and political stability of Mauritius during its quite 400 years of history. |