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“Me peins”, “mi ricordo” in dialetto ertano e cassano, è l’assunto da cui partono molti racconti delle persone legate alla storia della Valle del Vajont. Insieme ad altrettanti “non me peins”, i ricordi e i vissuti personali dei miei interlocutori (i superstiti del disastro del Vajont e i loro discendenti) sono alla base di questo lavoro di ricerca, nato da istanze al contempo metodologiche ed epistemologiche. Come si incontrano, intersecano e (talvolta) scontrano i metodi della ricerca etnografica con quelli della ricerca storica? Come metterli in dialogo volendo ricostruire una storia al contempo sociale ed evenemenziale, soggettiva e collettiva, puntuale ma non affannata nella ricerca del vero? Una storia che contribuisca a riflettere sulle traiettorie di vita dei soggetti, delle famiglie e dei territori, ma anche sulle dinamiche di potere che le determinano o che ne sono determinate. A questo scopo, risulta particolarmente adatta la vicenda di una comunità alpina che ricorda e racconta la lunga durata di un evento catastrofico, un “disastro” che è stato punto di cesura radicale, ma che non ha mai interrotto del tutto la continuità di vita. "Me peins" - "I remember", in local dialects - serve as the foundation for many tales of those connected to the history of the Vajont Valley. Alongside numerous "non me peins", the memories and personal experiences of my interlocutors (the Vajont disaster survivors and their descendent) form the basis of this research, arising from both methodological and epistemological considerations. How do the methods of ethnographic research intersect and at times conflict with those of historical research? How can we bring these methods into dialogue in order to construct an history that is about social phenomenon and chronological events, but that is also both subjective and collective, accurate but not overly focused on the pursuit of truth? A history that contributes to reflecting on the life paths of individuals, families and territories, as well as on the power dynamics that shape or are shaped by them. In this regard, the history of an Alpine community that recalls and recounts the prolonged aftermath of a catastrophic event - a "disaster" that represented a drastic turning point yet never fully interrupted the continuity of life - is particularly appropriate. |