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Il saggio rilegge attraverso il romanzo di Leonardo Sciascia "La strega e il Capitano" le vicende del processo a Caterina Medici, condannata al rogo nel 1630 a Milano quale strega 'professa'. Una piccola storia che Sciascia affronta attraverso le fonti del tempo accompagnate da guizzi interpretativi di assoluta genialità e intuito per plasmare un libro contro la negazione dei valori della ragione e del diritto. Il libro di Sciascia è rivolto non solo al giurista e allo storico del diritto in particolare, ma anche all’uomo comune, per mettere a nudo l’inquisizione, o forse gli inquisitori in genere, quelli che si vorrebbero morti, ma che invece risorgono, rinascono, rispuntano, in ogni tempo, in ogni luogo e che a differenza delle loro vittime mai hanno pagato (e forse mai pagheranno) per i loro errori, spesso frutto di supponenza e di arroganza o della ragion di Stato di cui si sentono il fedele braccio armato. |