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Almost two decades after its opening to Africa, Turkey is widely recognized as one of the most active extra-regional players on the continent. This observation raises the question of how this has been possible. In other words, how has Turkey boosted its footprint in Africa? Is there a well-defined and comprehensive strategy or have choices been determined by political contingencies? By examining the different steps of Turkish engagement in Africa, the article tries to address these queries. It sheds light on how Turkey’s policy addresses external inputs and domestic political changes through pragmatic flexibility. Over the years, Turkey has tailored its African policy to systemic and domestic changes. This trait has led to a volatile but continuously transforming approach toward Africa. A distanza di quasi due decenni dall’avvio della sua politica di apertura all’Africa, la Turchia è oggi riconosciuta come uno degli attori extraregionali più attivi sul continente. Questa considerazione solleva la domanda di come ciò sia stato possibile. In altre parole, come ha fatto la Turchia ad aumentare e consolidare la propria presenza in Africa? Quanto ottenuto è il frutto di una strategia ben definita o le scelte sono state determinate dalle contingenze politiche? Esaminando le diverse fasi dell’incremento della presenza turca in Africa, l’articolo cerca di rispondere a queste ed altre domande. In particolare, la ricerca intende utilizzare il caso studio africano per esaminare il modo in cui la politica esterna turca riesca a rispondere agli input esterni e ai cambiamenti politici interni attraverso una flessibilità pragmatica. Questa caratteristica ha portato la Turchia a sviluppare un approccio all’Africa volatile ma in continua trasformazione. |
