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2004/2005 I complessi meccanismi di difesa che vengono messi in atto da un organismo in risposta ad un agente infettivo si traducono in uno stato generalmente definito come infiammazione, che rappresenta anche la base del processo di guarigione. Il processo infiammatorio, che viene tipicamente scatenato per arginare un'infezione, è un fenomeno utile, che allo stesso tempo può però rappresentare un potenziale pericolo per la salute. Infatti, se si instaurano le condizioni che conducono ad un'infiammazione cronica (l'agente perturbato re non è eliminato, il processo di riparazione non è ultimato e l'equilibrio interno non è ristabilito) si possono verificare gravi danni tissutali e si possono addirittura creare le condizioni favorevoli alla crescita e alla progressione neoplastica. Per queste ragioni risulta importante capire in dettaglio quali siano i meccanismi che lo regolano, al fine di favorirlo o di ostacolarlo, a seconda della necessità. Il processo secretorio è uno degli eventi di base più importanti per l'innesco dello stato d'infiammazione e per l'attività anti-batterica delle cellule infiammatorie. Lo scarico del contenuto dei granuli secretori dei mastociti nell'ambiente extracellulare ha un notevole potenziale pro-infiammatorio e il killing dei granulociti neutrofili si realizza in un micro-ambiente che imprigiona agenti infettanti, il fagosoma, reso altamente tossico dal rilascio al suo interno, delle sostanze microbicide contenute nei granuli secretori. Appare sempre più chiaro che le modalità di regolazione dell' esocitosi pur potendo essere specifiche da cellula a cellula, seguono uno schema unitario, dal neurone al mastocita. Ad un segnale percepito da specifici recettori, la cellula secretoria costruisce un complesso proteico che aggancia la faccia esterna della membrana granulare alla faccia interna della membrana plasmatica, favorisce la fusione tra le due membrane e quindi lo scarico del contenuto granulare all'esterno. In questa tesi si dimostra nei granulociti neutro fili umani l'espressione della proteina NCS-1 (Neuronal Calcium Sensor-1), già nota nei fenomeni di trasmissione sinaptica, ma ugualmente espressa in cellule neuroendocrine ed ematopoietiche (mastociti). La sua localizzazione sui granuli azurofili dei granulociti neutrofili porta a formulare l'ipotesi di un suo possibile coinvolgimento nella degranulazione calcio-dipendente di questo compartimento granulare Le proteine appartenenti alla famiglia SM (sec-1/ m un c) sono evolutivamente conservate e presenti in ogni compartimento garnulare in cui si verifichi la fusione membranaria. Si dimostra in questa tesi che due proteine della famiglia, Munc 18-2 e Munc 18-3 sono espresse nei granulociti neutrofili, dove svolgono probabilmente un ruolo fondamentale nello scarico dei granuli azurofili. Inoltre, è indagata nei mastociti, la diretta interazione tra la proteina Munc 18-2 e la tubulina, entrambe probabilmente coinvolte nel processo dell'esocitosi composta. In questa tesi, si illustra infine un metodo per l'isolamento dei corpi dell'asbesto, che sono molto probabilmente il risultato della modificazione delle fibre di asbesto o amianto ad opera della fagocitosi e della secrezione di macrofagi e di neutro fili. Si dimostra come tali corpi dell'asbesto, considerati a lungo come inerti, possiedano in realtà una potenziale attività citotossica dovuta ai componenti che formano il loro "coating". XVIII Ciclo 1974 Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea. |