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L’oggetto specifico di studio riguarda la crisi della sovranità, indagata nel contesto del processo di costruzione dell’Unione Europea. Nell’orizzonte storico dell’UE e, più in generale, dell’Europa, si è costituito infatti un laboratorio di particolare interesse sia dal punto di vista giuridico che politico per rintracciare le metamorfosi e le trasformazioni della sovranità. La ricerca prende avvio dall’analisi del pensiero di due tra i massimi giuristi del Novecento: Carl Schmitt e Hans Kelsen. Per lo scopo della ricerca sono risultati di particolare interesse soprattutto gli aspetti teorici dei loro sistemi legati alla dimensione internazionale e al rapporto tra gli ordinamenti giuridici. Muovendo da questo dibattito e dalla crisi della sovranità la ricerca vuole fare emergere le successive evoluzioni del concetto, esaminando quelle elaborazioni teoriche che hanno accompagnato per oltre mezzo secolo il processo di integrazione comunitario, come il funzionalismo, il neo-funzionalismo e le teorie della governance, mettendo in luce le ambivalenze del paradigma “post-sovrano”. La natura ibrida dell’Unione apre infatti a nuove interpretazioni della sovranità, che non solo sfidano la vecchia dicotomia monismo/dualismo sul rapporto tra diritto internazionale e diritto interno, ma che prendono le distanze anche dalla retorica della “fine dello Stato”, cercando nuove alternative, come per esempio il principio della “sovranità condivisa”. La ricerca sviluppa anche il problema della sovranità popolare e del potere costituente, soprattutto in riferimento alla questione del “deficit democratico” dell’UE e del problema della costituzione senza Stato e senza popolo. A questo proposito l’ultima parte della ricerca si è concentrata sul ruolo centrale della nozione di potere costituente, analizzando nello specifico il problema dell’Europa come spazio politico. |