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Nel presente contributo si descrive l'intervento di restauro realizzato su un busto monumentale in terracotta, appartenente alle collezioni del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. Il busto raffigurante il fiume Nilo, opera settecentesca attribuita allo scultore Gaspare Sibilla, è probabilmente un modello realizzato per il restauro dell'omonimo gruppo marmoreo conservato nei Musei Vaticani. L’intervento di restauro, sviluppato in diverse fasi (dalla pulitura, al consolidamento, alla reintegrazione plastica e pittorica), è stato preceduto da una serie di indagini diagnostiche (sezioni lucide e sezioni sottili, identificazione dei leganti e dei pigmenti, identificazione dei materiali utilizzati nei precedenti restauri) e da un'accurata documentazione dello stato di conservazione (documentazione grafica e fotografica, riprese fotografiche della fluorescenza UV). L'intervento conservativo si è rivelato piuttosto complesso a causa sia del precario stato di conservazione in cui versava la scultura, sia per la tecnica d'esecuzione. La leggibilità dell'opera era fortemente compromessa dalla presenza di pesanti depositi di particellato atmosferico, polvere e sporco grasso. Inoltre, gran parte della superficie risultava ricoperta da una grossolana ridipintura. Quest'ultima nascondeva l'originale patinatura bianca presente, seppure in modo molto lacunoso, sull'intera superficie del busto. Particolarmente grave appariva lo stato di conservazione del corpo ceramico che mostrava fenomeni di fessurazione, esfoliazione e polverizzazione, più accentuati nella parte inferiore della scultura. Questi danni sono probabilmente da imputare a fenomeni ciclici di cristallizzazione e sub-cristallizzazione di sali solubili presenti nel corpo ceramico. L'impiego di una apparecchiatura laser ha permesso di effettuare la pulitura, in modo selettivo e modulato, su delle superfici talmente deteriorate da non consentire un intervento di tipo tradizionale. In particolare, l'esfoliazione e la polverizzazione del corpo ceramico impedivano di operare senza danno sulle superfici e l'impiego del laser ha permesso di effettuare la pulitura evitando il pre-consolidamento del corpo della terracotta. Infine, ottimi risultati sono stati raggiunti impiegando il laser per “indebolire” lo strato di ridipintura e agevolarne la successiva rimozione con solventi. La tecnica laser ha consentito, nel nostro caso, di intervenire in completa sicurezza, salvaguardando la stabilità strutturale e conservativa dell’opera. Si è riusciti a recuperare completamente la patina originale, esaltando la valenza estetica della scultura e diminuendo i tempi di esecuzione della pulitura. |