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Nell’insegnamento dell’italiano L2/LS vi è una tendenza a focalizzare il livello morfologico e sintattico e a trascurare invece le strutture transfrastiche. In questo intervento espongo le più importanti differenze di strutturazione testuale italiana e scandi nava per convertirle poi in una serie di principi guida per lo studente scandinavo che voglia perfezionare il suo italiano anche a livello testuale. Le differenze più importanti riguardano le unità di testualizzazione: tipicamente i segmenti testualizzati come unità (periodi) in italiano sono più lunghi di quelli delle lingue scandinave (misurati come numero di parole e numero di proposizioni), e un numero maggiore di proposizioni è testualizzato con verbo implicito o nominalizzato in italiano a paragone delle lingue scandinave. Se tali testualizzazioni possono essere definite come “deverbalizzazione parziale”, nel senso che la radice verbale è presente ma realizzata in forma non esplicita, in altri casi si può parlare di “deverbalizzazione totale” in italiano paragonato con le lingue scandinave, e cioè, fra l’altro, in particolari strutture anaforiche: nelle tipiche strutture italiane con anafore incap sulatrici e anafore coreferenziali infedeli viene a “mancare” una frase finita in confronto con le più frequenti strutture scandinave. Sia le testualizzazioni in unità maggiori, sia le deverbalizzazioni, parziali o totali, comportano una maggiore densità informativa in ita liano che nelle lingue scandinave, e tutte le osservazioni esposte e i principi guida per gli studenti scandinavi di italiano sono convalidati da calcoli statistici effettuati su corpora di testi paralleli italiani e danesi. |