Il rapporto tra agricoltura e allevamento nel Mezzogiorno del Novecento

Autor: Pietro Tino
Přispěvatelé: Tino, Pietro
Rok vydání: 2016
Předmět:
Popis: Il saggio ricostruisce il rapporto tra agricoltura e allevamento che ha connotato le campagne del Mezzogiorno d’Italia nel corso del XX secolo, privilegiando il nesso tra bisogno e disponibilità di letame per la rigenerazione e conservazione della fertilità dei suoli agricoli. L’Italia meridionale è rimasta sostanzialmente estranea al processo di integrazione tra agricoltura e allevamento che, incarnato dalla diffusione delle colture foraggere e dall’intensificazione dell’allevamento bovino a carattere stallino, ha contrassegnato tra Settecento e Ottocento le campagne del Nord Europa e più tardi dell’Italia padana. Qui, nella sezione meridionale della Penisola italiana, agli inizi del Novecento le colture foraggere, a causa anche delle difficoltà ambientali, restavano confinate in ambiti assolutamente ristretti ed il patrimonio zootecnico del tutto incapace, per dimensioni, composizione per specie e sistemi di allevamento, a soddisfare i bisogni di concime organico dell’agricoltura, dominata dalla coltura cerealicola. La pastorizia ovina transumante costituiva la componente assolutamente prevalente e anche per il bestiame bovino all’esigua dotazione si univa, ad eccezione di qualche ristretta zona, il predominio quasi assoluto del sistema di allevamento brado. Questa condizione di assoluta insufficienza e di debole rapporto, quasi di separata convivenza, con la pratica agricola si è accentuata tra le due guerre, per effetto della politica agraria del fascismo. Nella seconda metà del Novecento, lo sviluppo dell’agricoltura industriale, con la crescente meccanizzazione dei processi produttivi e la forte dilatazione della concimazione chimica, e la parallela intensivazione e specializzazione produttiva dell’allevamento hanno sancito anche nel Mezzogiorno, in piena uniformità con quanto avveniva nell’Italia centro-settentrionale e in tutto l’Occidente europeo, la definitiva separazione tra le due forme di attività. This essay retraces the relation between agriculture and livestock farming having connoted the countryside of the South of Italy during the 20th century, privileging the connection between need and availability of manure for the regeneration and conservation of the agricultural soil fertility. Southern Italy has substantially remained alien to the process of integration between agriculture and livestock farming which, represented by the diffusion of the fodder cultivations and by the intensification of the stalled bovine breeding, marked between the centuries XVIII and XIX the countryside of Northern Europe and of Northern Italy later. Here, in the southern section of the Italian peninsula, at the beginning of the 20th century the fodder cultivations, also in consequence of the environmental adversities, were limited to some very restricted areas and the livestock was completely unable, owing to its dimensions, present animal species and breeding systems, to satisfy the organic fertilizer needs of the agriculture, dominated by the cereal farming. The transhumant sheep-breeding was the absolutely prevalent part and also for the bovines to the scarce quantity of animals was added, except some limited areas, the nearly absolute predominance of the wild breeding system. This condition of absolute shortage and of weak connection, almost of separate coexistence, with the agricultural work intensified between the two world wars, in consequence of the agrarian policy of Fascism. During the second half of the 20th century, the development of the industrial farming, with the mechanization of the productive processes and the growing use of the chemical fertilizers, and the simultaneous intensification and productive specialization of the livestock farming have determined also in Southern Italy, uniformly with what happened in the centre-northern Italy and in all Western Europe, the definitive separation between the two types of activity.
Databáze: OpenAIRE