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La comparsa di un movimento separatista all’indomani dello sbarco alleato in Sicilia, e l’esistenza di una formazione paramilitare clandestina (l’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia), contribuirono all’emersione di una “questione siciliana”, distinta da quella meridionale. L’autonomismo di partiti come la DC e il PCI, negli anni della transizione alla democrazia (1943-1946) mirò a riassorbire la protesta separatista e le spinte centrifughe, assorbendo molti dei contenuti e delle aspettative che la democrazia, la Repubblica, lo stesso antifascismo assunsero nel resto del Paese, definendo in maniera del tutto peculiare il sistema politico regionale, seppur per una breve stagione della storia isolana The emergence of a separatist movement following the Allied landing in Sicily, as well as the existence of an underground paramilitary group (the Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia), both contributed to the rise of a “Sicilian Question”, different from the more well-known “Southern Question”. The autonomism of political parties such as DC (Democrazia Cristiana, Christian Democracy) and PCI (Partito Comunista Italiano, the Italian Communist Party) in the transition to democracy (1943-1946) aimed to reabsorb the separatist protesters and other centrifugal forces, assimilating many of the contents and expectations that democracy, the Republic and antifascism itself adopted in the rest of the country. This would, in a uniquely peculiar manner, define Sicily’s regional political system, if only for a brief period of its history. |