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Dato lo straordinario intreccio di ambascerie tra il califfato di Cordova, i sovrani ottoniani e Bisanzio alla metà del X secolo, non sorprende che le fonti attestino lo scambio di diversi doni diplomatici tra le rispettive corti. A partire dall’analisi di alcuni casi specifici alla luce delle metodologie sviluppate dalla storiografia recente nello studio dello scambio dei doni nel corso dell’età altomedievale – in particolare quella teorizzata dall’arabista Oleg Grabar, secondo il quale sarebbe esistita una cultura condivisa degli oggetti tra Bisanzio e i califfati islamici – proveremo a capire se tali approcci sono ancora validi in un contesto così complesso e che importanza rivestissero tali doni presso le corti in relazione alla costruzione dell’autorità imperiale e califfale. Given the frequency of diplomatic exchanges between the Caliphate of Córdoba, the Ottonian sovereigns and Byzantium in the middle of the tenth century, several significant gifts are reported by the sources. Considering some specific cases of these gifts in the light of recent historiographical methodologies developed in relation to the process of gift giving within diplomatic relations in the Early Middle Ages – particularly that theorised by the Arabist Oleg Grabar proposing the existence of a shared culture of objects between Byzantium and the Islamic caliphates – I will try to understand whether these methodologies are still valid in such a complicated context and how important were these gifts for the recipient courts in the construction of their imperial/caliphal authority. |