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The author describes the cultural and operational context of the Club of Rome, starting from the visionary and innovative figure of Aurelio Peccei. Born in 1908, his story is traced from his childhood in Turin and his employment at FIAT, followed by his career as an international business manager. Together with a group of internationally innovative personalities, in the 1960s he collaborated with Pietro Ferraro in the foundation of “Futuribili”, and in 1968 founded the Club of Rome with Alexander King. In the fraught and contradictory climate of those years, the principle objective of both initiatives was the formulation of predictions which would enable individuals in positions of power to shape the future of the world. The exercise of prediction comprised a number of methods, ranging from intuition to simulation. Carried out according to the latter method, the Club’s first research project saw the light of day in the form of the book The limits to growth (1972). It was a controversial work, attracting, like the Club of Rome itself, a good deal of criticism. The author’s analysis illustrates the method of simulation and the macrovariables used, along with their levels and states of flow. It then turns to the modifications applied to the research in 1992 and 2004, and the subsequent reports of a more qualitative nature. It emerges how over time the Club of Rome became a source of research and operational indications for decision makers and also for educators. Lastly, the author analyses Aurelio Peccei’s testament Club of Rome. Agenda for the end of the Century, published shortly before his death in 1984. L’autore illustra il contesto culturale e operativo del Club di Roma, partendo dalla personalità di Aurelio Peccei, grande visionario e innovatore. Nato nel 1908, Aurelio Peccei viene osservato dalla sua infanzia nella Torino degli anni dieci del Novecento, nel periodo di inserimento alla FIAT e nel suo ruolo di dirigente imprenditoriale internazionale. Negli anni sessanta, insieme alle persone più vivaci e innovative del momento a livello internazionale, partecipa con Pietro Ferraro alla fondazione di “Futuribili”, per poi fondare nel 1968 insieme ad Alexander King il Club di Roma. L’articolo riporta il clima, a volte anche contradditorio, e le fasi di sviluppo di queste due realtà che prendono corpo, il fulcro delle quali è la previsione, strumento fondamentale per indicare il da farsi a chi ha il potere di realizzare il mondo futuro. La previsione può avvalersi di molti metodi, ma noi ci limiteremo a prenderne in considerazione solo due: l’intuito e la simulazione. La prima ricerca del Club di Roma è stata svolta seguendo questo secondo metodo, dando così spunto al libro The limits to growth (1972). Questo ha raccolto molti consensi ma anche molti dissensi, così come lo stesso Club di Roma conta molti detrattori. L’autore si sofferma analiticamente a illustrare non solo il metodo della simulazione e le macrovariabili considerate, ma anche il loro stato di livelli e di flussi. Vengono poi considerati gli aggiustamenti alla ricerca del 1992 e del 2004 e anche i successivi rapporti presi in considerazione. Ci si rende conto quindi di come il Club di Roma sia diventato nel tempo un flusso di ricerche e di indicazioni operative per i decision maker, ma anche per gli educatori. L’autore, infine, analizza il testamento di Aurelio Peccei, Club of Rome. Agenda for the end of the Century, pubblicato alla vigilia della sua scomparsa nel 1984. |