Cronologia delle missioni congiunte di Frontex nel Mar Mediterraneo dal 2006 a febbraio 2019

Autor: Ferrario, Chiara
Rok vydání: 2020
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DOI: 10.5281/zenodo.3723822
Popis: Scopo dell’elaborato realizzato nel febbraio 2019 è rappresentare lo storico delle missioni di Frontex nel Mediterraneo dal 2006 ad oggi, mettendo in luce quali paesi hanno preso parte alle operazioni congiunte; conclusione collaterale è che le informazioni disponibili su questa tematica sono poche, spesso contraddittorie e difficilmente reperibili, inoltre non esiste un archivio accessibile strutturato. Maggiore accessibilità potrebbe mutare sensibilmente l’opinione pubblica mostrando la situazione a scala maggiore sotto un’altra luce. Frontex è un organismo europeo che nasce nel 2004 per il quale il controllo del Mediterraneo è sempre stato una priorità, soprattutto a causa della particolare situazione in cui versano le coste di Italia, Spagna e Grecia che rappresentano sostanzialmente il confine meridionale dell’Europa e dell’Unione. Il maggior numero di operazioni congiunte sono state effettuate nel Mediterraneo a partire dal 2006, con l’obiettivo di “regolare” la crisi migratoria. Ogni missione congiunta è condotta con un obiettivo che di volta in volta viene presentato dallo Stato membro in difficoltà: l’operazione può dirsi conclusa solamente al raggiungimento dell’obiettivo. Le gran parte delle operazioni svolte ha una specifica data di inizio ma non di conclusione poiché alcune missioni definite temporanee spesso vengono attuate a fasi alterne o, se ritenuto strettamente necessario, possono diventare missioni permanenti. L’afflusso dei migranti negli ultimi anni si è concentrato nel Mediterraneo centrale anche a seguito del vuoto di autorità creatosi in Libia con la morte di Gheddafi nel 2011 durante la cosiddetta primavera araba. Il soccorso in mare è regolato, in maniera operativa, da una convenzione firmata ad Amburgo nel 1979 che stabilisce le cosiddette zone SAR (Search & Rescue), fissate di comune accordo. La SAR italiana si estende poco a sud della nostra penisola (non comprende Lampedusa) sovrapponendosi in parte a quella maltese. La SAR non influenza minimamente la sovranità degli Stati ma Malta ne ha fatto spesso una questione di prestigio dichiarandosi responsabile per una zona che è estesa 750 volte il suo territorio. Il "porto sicuro" per chi viene tratto in salvo in zona SAR maltese è identificato con quello più vicino, vale a dire quello di Lampedusa, quindi i migranti soccorsi in area maltese vengono sbarcati in Italia. Nella SAR libica il porto sicuro verso cui vengono portati i rifugiati è un porto italiano anche nel caso in cui a trarre in salvo i migranti sia una nave battente bandiera straniera. Contestualmente alla confusione politica in Libia l’Italia ha esteso la competenza e quindi le operazioni di salvataggio anche all’area SAR libica. Assieme alla Guardia Costiera operano nella SAR italo-libico-maltese numerose ONG di diverse nazionalità: a febbraio 2019 sono 5 le quelle dotate di navi per il salvataggio in mare. I dati sono stati estratti con procedimento text mining da G. Crescenzi (2016), Frontex e le operazioni congiunte nel Mediterraneo; IOM (2010), Fatal journeys: tracking lives lost during migration; MRCCR, Attività Sar nel Mediterraneo Centrale connesse al Fenomeno Migratorio; L. Melissari (23/06/2018), The Post Internazionale, Ong nel Mediterraneo e L. Canali (10/08/2016); Limes, Il canale di Sicilia e le Sar. La batimetria e il traffico marittimo sono stati ottenuti da EMODnet mentre i restanti dati fanno capo a UNHCR.
chiaraferrariomarinella@gmail.com
Databáze: OpenAIRE