Popis: |
Nel 1913 il futurismo sta diventando di moda: la poetessa decadente Zinaida Gippius, ad esempio, accoglie volentieri i giovanotti “semifuturisti” alle proprie domeniche letterarie, «ma i del-tutto-futuristi non li faccio entrare; sono sporchi, caciaroni e rozzi. E poi finisce che si fregano qualcosa». I “del-tutto-futuristi” sarebbero i cubofuturisti obudetljane, secondo un neologismo di Chlebnikov (suppergiù: “abitanti del sarà”, dabudet, 3° p. sing. del futuro del verbo essere). Questi si erano agglutinati un paio d’anni addietro sotto il nome di “Gileja” (Hylaea, nome dato dagli antichi greci all’allora semimitica Russia meridionale) come gruppo di giovanifreaksdalle provenienze più diverse: arti figurative, ipogei paraletterari, frammentari studi storico-letterari e frequentazioni simboliste. |