Memoria e rimozione: il buon uso del ricordo

Autor: Silvia Vegetti Finzi
Rok vydání: 2017
Zdroj: EDUCAZIONE SENTIMENTALE. :118-125
ISSN: 2037-7649
2037-7355
DOI: 10.3280/eds2017-027009
Popis: Vale per i popoli quello che vale per gli individui: non vi e identita senza memoria. Per questo ricordare e una necessita. La nostra biogra?a tuttavia incontra continuamente cancellazioni, interruzioni, deviazioni che la psicoanalisi s’incarica di colmare e organizzare in una narrazione coerente. Ma la rimozione resta, entro certi limiti, un’attivita necessaria in quanto non costituisce l’antitesi della memoria ma una sua componente, un dispositivo necessario al suo funzionamento. Dagli anni ’50 in Italia e prevalsa una voglia di dimenticare che ha prematuramente cancellato le vicende della dittatura, delle persecuzioni politiche e razziali, della guerra, della resistenza, del con?itto civile che ha caratterizzato il primo dopoguerra. Probabilmente non era possibile ricordare tutto, mantenendo vivo il con?itto. Nella maggior parte delle famiglie i genitori non hanno trasmesso ai ?gli la memoria delle loro vicissitudini, non hanno narrato le loro esperienze, dato parola alla paura, alla colpa, al rimorso, all’orgoglio o alla vergogna che accompagnano i grandi eventi storici. Come se fosse disdicevole e inopportuno ricordare il passato tanto per i persecutori quanto per i perseguitati. Si e cosi prodotta una societa che e rimasta in parte priva d’identita nazionale, di sentimenti di cittadinanza, dotata di un debole senso dello stato e della responsabilita collettiva, incapace di accettare le regole del vivere civile. Di fronte a un eccesso di rimozione, suggerisce Freud, occorre recuperare cio che e stato, non solo per conoscerlo ma per riviverlo, per collegare in modo pertinente i fatti e gli affetti, le azioni e le emozioni. Solo al termine del processo di storicizzazione degli eventi alla tentazione della vendetta e alla logica della pena si puo sostituire l’amnistia che, perdonando i colpevoli, non gli errori, ricostituisce il tessuto sociale dilacerato. Se questo "lavoro" non accade il rimosso ritorna come un rigurgito a perturbare la convivenza civile.
Databáze: OpenAIRE