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Gli Anni 80 rappresentano un momento particolare nell’affermarsi delle pratiche artistiche femminili. Se il decennio precedente da una parte suggeriva una prosecuzione e avanzamento di quell’esplosione creativa, dall’altra il sistema dell’arte si raffredda riposizionando alcuni principi revisionisti non solo artisticamente ma socialmente. In questo contesto, nel 1984, in una piccola città di provincia, a Ferrara, nasce e tutt’ora è in corso, una Biennale interamente dedicata alle artiste donne, la Biennale Donna, appunto. Il convergere tra l’attività critica ed espositiva degli Anni ’70 e la necessità di esplorare nuovi contenuti e modelli espositivi, il rapporto con le istituzioni pubbliche e quelle con una matrice politica legata al movimento dell’UDI, Unione Donne in Italia, un'associazione autonoma e militante attiva sul piano politico, sociale e culturale e la dislocazione dell’evento rispetto al sistema dell’arte italiano sono alcune delle componenti fondamentali che verranno affrontate nel contributo. The 1980s represent a particular moment for the establishment of women's art practices. The previous decade, if on the one hand suggested a continuation and advancement of the creative explosion of the 1970s, on the other, showed that the general art system changed by repositioning social and artistic revisionist principle. In 1984, in the provincial town of Ferrara, a Biennial entirely dedicated to women artists, Biennale Donna, was founded and is still ongoing, In the following essay will be discuss the convergence between the critical and exhibition activity of the 1970s along with the need to explore new content and exhibition models, the relationship between public institutions and a political matrix, the UDI (Unione Donne in Italia), an autonomous and militant association active in the political, social and cultural level from the II Post War and the dislocation of the Biennale, compared to the Italian art system. |