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L’installazione di un’ipotermia intraoperatoria di solito moderata (≈ 34,5-35,5 °C) e la regola, in assenza di misure preventive sotto anestesia generale o locoregionale perimidollare. La ridistribuzione interna del calore ne e la causa principale, portando a una rapida caduta iniziale della temperatura centrale. La creazione di un debito calorico favorito dall’alterazione della termoregolazione aggrava, in seguito, l’ipotermia, fino a una temperatura interna di circa 34,5 °C, dove la ricomparsa della vasocostrizione termoregolatrice permettera la stabilizzazione tardiva della temperatura centrale a questo livello. Tuttavia, il debito calorico continua a peggiorare a causa delle perdite di calore a livello del compartimento periferico. La responsabilita propria dell’ipotermia nella comparsa di complicanze perioperatorie (ischemia miocardica e disturbi del ritmo, aggravamento del sanguinamento chirurgico, ascesso della parete, cicatrizzazione ritardata), che possono prolungare la durata del ricovero, e stata dimostrata. L’ipotermia puo essere efficacemente prevenuta riscaldando la cute (di solito con coperte ad aria calda), a condizione di un utilizzo ottimale di tali mezzi. Tra le altre misure preventive, solo il riscaldamento di prodotti ematici labili e indispensabile in caso di trasfusione rapida. Il mantenimento della normotermia intraoperatoria fa ora parte della gestione di routine di tutti i pazienti anestetizzati. |