Sanktuaria Kościoła lwowskiego
Autor: | Szczych, Jan |
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Jazyk: | polština |
Rok vydání: | 2020 |
DOI: | 10.34839/wpt.2010.18.2.169-195 |
Popis: | Nel programma del governo rivoluzionario c’era coerentemente con i principi marxisti, l’eliminazione del cristianesimo e di ogni altra forma di religione, pur salvaguardando un minimo di libertà di culto, inteso come puro fatto individuale. Le chiese artisticamente e storicamente più importanti furono trasformate in musei. La maggior parte delle chiese furono adibite ad usi profani o demolite. Solo una minima parte restò aperta al culto, ma soltanto durante il tempo delle funzioni sacre. Attualmente, con l’indipendenza della Repubblica ucraina, alla Chiesa è stata restituita circa la metà delle proprietà che le furono illegalmente sottratte. In particolare le chiese e i monasteri, in cui si venerano icone mariane. Dopo 70 anni di ateismo ufficiale, le comunità cattoliche ucraine di rito latino, bizantino e armeno hanno bisogno di una rinascita cristiana che si annunzia con un rinnovato culto di Maria nelle grandi città e nei piccoli centri. Wrocławski Przegląd Teologiczny, Vol 18 No 2 (2010) |
Databáze: | OpenAIRE |
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