Essere padri senza figli. 'Sole': un’opera prima
Autor: | Lodeserto, Arianna |
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Přispěvatelé: | LIRA - Laboratoire International de Recherches en Arts - EA 7343 (LIRA), Université Sorbonne Nouvelle - Paris 3, Lodeserto, Arianna |
Jazyk: | italština |
Rok vydání: | 2019 |
Předmět: |
[SHS.HISPHILSO]Humanities and Social Sciences/History
Philosophy and Sociology of Sciences [INFO.INFO-TI] Computer Science [cs]/Image Processing [eess.IV] [SHS.HISPHILSO] Humanities and Social Sciences/History Philosophy and Sociology of Sciences [INFO.INFO-TI]Computer Science [cs]/Image Processing [eess.IV] [SHS.ART] Humanities and Social Sciences/Art and art history [SHS.ART]Humanities and Social Sciences/Art and art history |
Zdroj: | Thomas Project Thomas Project, Textus, 2019 |
ISSN: | 2612-6699 |
Popis: | International audience; Tra gli Orizzonti di Venezia 76 è apparsa una sottile linea apparente. Una piccola alba, sorta contro natura sulla costa occidentale. Lena (Sandra Drzymalska) è una giovane polacca giunta nella periferia romana per vendere la bambina che porta in grembo (Sole). Di lei non si sa molto: non da dove viene esattamente, non chi sia il padre biologico, non i suoi precisi pensieri. Sappiamo che è convinta della sua scelta e tale resterà, nonostante gli incidenti del caso. Ermanno è un giovanissimo ragazzo di Nettuno, che vive di espedienti e di slot machine. Che non vive, occhi colmi di tirrenica tristezza e poco ardire. Per metter su qualche soldo acconsente alla richiesta dello zio, che ha organizzato un "affare" internazionale: tenere la gravidanza di Lena sotto stretta sorveglianza, far nascere Sole in Italia e poi adottarla legalmente, fingendo sia figlia biologica del nipote-complice. Quattordicimila euro è il prezzo immaginario per una famiglia da costruire e, per la madre biologica, la possibilità di un futuro d'autonomia, ancora soltanto immaginato. All'inizio Sole ci appare come (e ancora meglio di) tutte le opere odierne che possano essere ben prodotte, ben finanziate e ben realizzate: la fotografia è impeccabile (Gergely Pohárnok), lo splendore compositivo del 4:3 è come un regalo per i nostri occhi, la musica e il disegno del suono ci seducono fin dall'inizio (Teoniki Rożynek e Michał Fojcik). Perfezioni della tecnica e del mestiere che in altri casi ci lascerebbero scettiche, se non fosse che, per una volta, la sceneggiatura non resta indietro. La gestazione per altri (GPA), l'impossibilità di adottare e il desiderio di maternità a tutti i costi sono temi di cui è difficile parlare, nell'anno 2019. Ci auto-feriscono, ci mettono sempre in posizione scomoda, ci sottraggono anni di storie e di lotte. Il tema è stato portato al Lido anche da un altro film, il corto Labor di Cecilia Albertini (in concorso tra i Giovani Autori Italiani), ma fuori dalle sale è ancora dannatamente complicato, da donne, discuterne con gli amici, con gli sconosciuti, con i parenti, e soprattutto con gli uomini. Come se il desiderio di trasmissione biologica e di eredità del sangue fosse il più difficile da abbandonare, il più caro all'umano-maschio (ben più che alla donna-allattante). Nel suo primo lungometraggio Carlo Sironi approccia la questione con gli occhi di un uomo lucido ma appassionato. Cosa vuol dire, precisamente per un uomo, un figlio "non tuo"? L'indagine è tutta lì, confessata con chiarezza nelle Note di regia: "Sin da giovane mi sono chiesto come sarebbe stata la mia vita se fossi diventato padre: cosa significa di ventare padre, diventare genitori? Ovviamente non ha a che fare semplicemente con il mettere al mondo una creatura con il proprio corredo genetico, ma piuttosto con un cambio di approccio rispetto alle proprie prospettive, alle proprie aspettative. Cosa si prova a posare lo sguardo su una creatura appena nata di cui ti devi prendere cura, di cui ti senti responsabile? Mi sono chiesto se potrei mai diventare il padre di un bambino non biologicamente mio, un percorso forse meno usuale ma non per questo meno concreto. Sole è il tentativo di rispondere a questa domanda". E i personaggi di questo film incarnano tutto l'al di là e l'al di là di quel (non per tutti) ovvio "ovviamente", le risposte possibili all'umana vicenda dell'essere/poter essere e voler essere genitori. |
Databáze: | OpenAIRE |
Externí odkaz: |