'NO AL RUOLO DI FUTURI BARACCATI' Viaggio su ruote in pellicola dalla Magliana a San Basilio
Autor: | Lodeserto, Arianna |
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Přispěvatelé: | LIRA - Laboratoire International de Recherches en Arts - EA 7343 (LIRA), Université Sorbonne Nouvelle - Paris 3, Lodeserto, Arianna |
Jazyk: | italština |
Rok vydání: | 2019 |
Předmět: |
[SHS.HISPHILSO]Humanities and Social Sciences/History
Philosophy and Sociology of Sciences [SHS.ARCHI]Humanities and Social Sciences/Architecture space management [INFO.INFO-TI] Computer Science [cs]/Image Processing [eess.IV] [SHS.HISPHILSO] Humanities and Social Sciences/History Philosophy and Sociology of Sciences [INFO.INFO-TI]Computer Science [cs]/Image Processing [eess.IV] [SHS.ART] Humanities and Social Sciences/Art and art history [SHS.ARCHI] Humanities and Social Sciences/Architecture space management [SHS.ART]Humanities and Social Sciences/Art and art history |
Zdroj: | Jacobin Jacobin, 2019 |
Popis: | International audience; Che l'emergenza abitativa sia strutturale alla costruzione della città moderna ce lo insegna la storia delle lotte, da sempre parallela alla storia urbana e alla storia amministrativa del suolo edificabile. A Roma la "crisi abitativa permanente e capace di autoalimentarsi" s'innesca e si stabilizza, confermano gli storici, sin dagli anni in cui la città dei papi cambia muta per farsi capitale del Regno d'Italia. Nella Roma di quasi 150 anni fa erano quindi già "presenti tutti gli elementi idonei a cronicizzare lo stato d'emergenza" 1. Anche per questo la storia della romana attesa di una casa popolare è cosa complessa e dolorosa. È un rizoma difficile da dissotterrare, impossibile da visionare "per intero" o con l'aiuto di un singolo strumento d'osservazione. Usando sia il cinema-inteso come sterminato archivio audiovisivo-che la storia dell'architettura sociale, possiamo visionare i frutti (anche) contrastanti di tale rizomatica emergenza. Nel biennio rosso la questione abitativa è cruciale assieme alle proteste contro il caro-vita. Si fanno strada i primi "movimenti": leghe degli inquilini innanzitutto anarchiche che sognano una collettivizzazione delle case. Il "pescecanismo della casa" comincia intanto a discutersi sui quotidiani e nei tribunali, comincia a creare dissidio. Nella primavera del 1921 il commissario Alfredo Lusignoli sogna per iscritto le seguenti disposizioni: "Si vieta di tenere vuoti gli appartamenti; si rende obbligatoria la denuncia degli alloggi vuoti, in costruzione o inagibili all'albo pretorio dell'ufficio del commissario entro dieci giorni dall'avvenuto sgombero; si obbliga alla denuncia coloro che hanno in affitto più di un alloggio per provvedere alla verifica dell'effettivo bisogno (…)", e infine s'intendono regolare i sub affitti, fissando il limite massimo di canone esigibile ai poveri subaffittuari. Le buone norme non saranno ovviamente mai applicate, e il Lusignoli scappa a Milano ancor prima del tempo. Sembra incredibile che fosse alle porte proprio quella "dignità architettonica" di cui ancora "andar fieri", quando anche qui si sapeva-eccome-rivendicare la grande bellezza delle case popolari, tutta impressa nelle amabili abitazioni in stile barocchetto ispirate all'architettura minore del sei-settecento, oggi tripudio del gentrificabile. In quelle forme "tendenti al metafisico", originali eppur solide, di un Innocenzo Sabbatini o di un Camillo Palmerini, autori di un'architettura che si voleva espressivo esperimento persino nelle economiche "case a riscatto", o nelle razionalissime "case minime" di quindici anni dopo. |
Databáze: | OpenAIRE |
Externí odkaz: |