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L’obiettivo della ricerca è esaminare l’impalcato delle prospettive architettoniche realizzate da Paolo Caliari (detto il Veronese) in due tipologie di teleri veneziani per comprendere le modalità che governano gli sfondati di queste celebri pitture. Dopo aver delineato l’ambito culturale entro il quale il maestro operava, la metodica esecutiva della sua bottega, e considerato i contenuti dei trattati prospettici coevi, lo studio esamina la geometria dei teleri dipinti dal pittore per refettori e chiese, per poi approfondire l’indagine in due casi studio – il Convito in casa di Levi (1573) e l’Apoteosi di Venezia (1582) – verificando in ambiente digitale i dispositivi dedotti in queste opere attraverso gli esiti delle operazioni di inversione prospettica e di modellazione stereometrica. I risultati ottenuti dall’indagine contribuiscono ad attestare le cognizioni del Veronese in materia prospettica, e la perizia con la quale spesso egli infrangeva celatamente il rigore del metodo per riprodurre efficaci illusioni spaziali. Alcune considerazioni emerse dall’analisi del bozzetto dell’Apoteosi di Venezia e dai soffittali sottoposti a disamina hanno anche consentito di ipotizzare l’impiego di un sistema diretto di costruzione prospettica da parte dell’officina Caliari. |