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Il saggio prende in esame la prima mostra europea sul rapporto tra “suono” e “ambiente”, Sonorità Prospettiche, tenutasi a Rimini nel 1982 e successivamente riallestita in forme differenti a Lugano, Ferrara, Bologna e Ivrea. La particolarità dell’iniziativa risiede nel taglio curatoriale che – inserendosi nel dibattito internazionale su una possibile definizione di Sound Art – riflette, al di là delle maglie disciplinari, sul rapporto circostanziale e concettuale tra “suono” e “ambiente” attraverso l’esposizione di progetti ambientali non realizzati (o irrealizzabili) e la messa in scena di performance. The essay examines the the first european exhibition on the relationship between sound and environment, Sonorità Prospettiche, first held in Rimini in 1982 and then re-equipped in different versions in Lugano, Ferrara, Bologna and Ivrea. The peculiarity of this initiative lies in the curatorial choice - taking part in the international debate on a possible definition of Sound Art - that reflects, beyond disciplinary boundaries, on circumstantial relationship between “sound” and “environment” through the exposure of unrealized (or impossible) projects and the staging of some performances. |