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La versione completa dei Promessi sposi rappresenta, secondo l’illustre italianista croato Mate Zorić, “uno di quei traguardi difficili e impegnativi che devono essere superati in ogni civiltà letteraria che abbia raggiunto il livello dei messaggi umani universali di un’epoca storica determinante, quale fu il romanticismo, e che si accinga a maturare e a far suoi i più alti valori poetici stranieri.” Infatti, occupandosi a più riprese della fortuna di Manzoni nei paesi dell’ex Iugoslavia e delle versioni ridotte e complete del secondo Ottocento e del primo Novecento, lo studioso scoprì un manoscritto anonimo presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Zagabria che oggi costituisce il primo tentativo di traduzione dei Promessi sposi in lingua croata. Si tratta del primo capitolo inviato dall’anonimo autore a Ljudevit Gaj, proprietario e redattore della rivista letteraria zagabrese Danica, che, invece di pubblicarlo, lo conservò tra le sue carte e lettere ancor oggi custodite presso la biblioteca zagabrese. Questo intervento, dunque, mira non solo a esporre in modo sintetico i risultati delle ricerche finora svolte, ma anche ad offrire un'analisi traduttologica del metatesto croato come verifica di alcune premesse significative riguardanti la fortuna di Manzoni tra i primi lettori croati: l'identificazione del prototesto con la ventisettana, la provenienza del traduttore da una zona littorea della Croazia per l'uso del linguaggio stocavo-icavo e dei calchi sintattici caratteristici dell'area nonché il discreto successo attribuitogli dallo studioso croato anche in relazione alle versioni successive. |