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Il saggio propone una riflessione sulle forme di rappresentazione delle favelas e sul ruolo che esse esercitano nella costruzione dell'identità brasiliana. Luogo del male, simbolo anacronico e distopico sorto nel cuore della modernità urbana, la favela è percepita anche come un elemento imprescindibile per il futuro della nazione, portatore dei tratti più autentici e rappresentativi della brasilianità. Al fine di esaminare questa complessa duplicità, si tenterà di stabilire un dialogo tra "Tristes Tropiques" (1955) di Claude Lévi-Strauss, "Brasilien. Ein Land der Zukunft" (1941) di Stefan Zweig e la canzone "Quem te viu, quem te vê" (1966) di Chico Buarque de Hollanda. |