Elena Ferrante, I margini e il dettato (2021)
Autor: | Moretti, Ilaria |
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Přispěvatelé: | Institut d’Histoire des Représentations et des Idées dans les Modernités (IHRIM), École normale supérieure de Lyon (ENS de Lyon)-Université Lumière - Lyon 2 (UL2)-Université Jean Moulin - Lyon 3 (UJML), Université de Lyon-Université de Lyon-Université Blaise Pascal - Clermont-Ferrand 2 (UBP)-Université Jean Monnet - Saint-Étienne (UJM)-Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS)-Université Clermont Auvergne (UCA) |
Jazyk: | italština |
Rok vydání: | 2022 |
Předmět: | |
Zdroj: | La clé des langues La clé des langues, 2022 |
ISSN: | 2107-7029 |
Popis: | International audience; Agli inizi degli anni Duemila, Umberto Ecoa quel tempo direttore della Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bolognadecise di inaugurare una serie di Lectiones Magistrales affidate ad alcune personalità nazionali e internazionali di rilievo. Lo scopo era quello d'aprire la pratica del sapere all'intera città di Bologna. Scompaginare i confini tra cultura accademica e divulgazione scientifica, allo scopo di offrire a chiunque lo desiderassecittadini, studenti, semplici curiosilezioni di alto livello atte a trasformarsi in incontri, modi per fare della conoscenza un pane necessario al nutrimento di tutti: un pane che non sfama, come suggeriva Bachmann, per desiderarne sempre di più. Questo è il preambolo. Poi accade che nell'autunno del 2020 il Professor Costantino Marmo, Direttore del Centro Internazionale di Studi Umanistici "Umberto Eco", scrive una mail alla casa editrice «e/o» per proporre a Elena Ferrante di tenere un piccolo ciclo di lezioni da inserire nella stessa rassegna. Tre corsi all'Università di Bologna dunque, aperti a specialisti e non-specialisti, nella perfetta tradizione delle Lectiones di Eco. Tre corsi sulla scrittura, sulla poetica, sulla sua attività di scrittrice: la carta è quasi bianca. E Ferrante accetta. Poi arriva il Covid, le chiusure, la sospensione della vita, gli sguardi murati dietro le finestre. Ma Ferrante scrive comunque, si prepara, abbozza e poi strappa: la sua attività quotidianalo scontro con la paginanon si arresta, e così le lezioni sono pronte. Andranno in scena grazie all'attrice Manuela Mandracchia che, nel novembre del 2021, le presta il corpo e la voce al Teatro Arena del Sole di Bologna (in collaborazione con ERT-Emilia Romagna Teatro). Ma ne I margini e il dettato c'è anche un ultimo capitolo. Un'ultima lezione scritta seguendo lo stesso slancio, tra l'accademico e il divulgativo, concepita sotto invito del Professor Alberto Casadei, presidente dell'ADIl'Associazione degli Italianistie letta poi dalla studiosa e critica Tiziana de Rogatis in occasione del convegno Dante e altri classici (29 aprile 2021). Testo inedito e di natura ibrida, I margini e il dettato è proposto dalle librerie nella sezione "Critica letteraria". A dimostrazione di come Ferrante continui nel suo lavoro di metaletteratura, di autrice che non smette di interrogarsi sulla propria opera e sugli ingranaggi della macchina narrativa. Trasportando sulla pagina le sue inquietudini di romanziera, Ferrante rivela un piglio ermeneutico già emerso ne La frantumaglia. La riflessione sulla lingua, sui limiti della narrazione, sugli oscuri ingranaggi dell'ispirazione prosegue qui, restando fedele a un meccanismo che spazia tra il romanzesco e il saggistico. Senza cessare di guardare al passato e alla tradizione, l'autrice interroga il coro delle tante voci letterarie e critiche (Caverero, Corti, Bachmann, Arendt solo per citarne qualcuna) capaci di nutrire la sua scrittura mettendola poi, rovinosamente, in questione. La sensazione è quella di un déjà-vu ch'eppure non smette di rinnovarsi, che si nutre di memorie intime e collettive, di scritture altre e di inciampi personali, di affetti trasformati in ispirazione, di oggetti capaci di trascendere il loro valore per farsi strumenti romanzeschi, quasi vittime di un bizzarro incantesimo. E noi, sempre noi, lettori spaesati e curiosi che avevamo amato Frantumaglia, penetriamo ancora nell'atelier di Ferrante in punta di piedi. Vorremmo saperne di più, ma conosciamo le regole. Quando ci sembra d'aver compreso, lei sfugge. S'arresta di colpo, sospingendoci a un passo dall'abisso. E lo fa seguendo l'identico movimento del padre di Delia ne L'amore molesto: l'uomo che, pure facendo male, si blocca prima dello scempio. Così, Ferrante dosa magistralmente la sospensione. Concede e poi ritrae la mano: la si può cogliere ma solo a tratti, solo di sbieco, nella sensazione caleidoscopica che la scrittura, quando riflette su se stessa, altro non può fare che avvitarsi, contorcersi, distorcersi. Come in |
Databáze: | OpenAIRE |
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