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La lettura in chiave “funzionale” del beneficio collaterale, offerta dalla Cassazione nel 2018, consolida l’esistenza della compensatio lucri cum damno (c.l.c.d.) e, delineando rinnovati confini applicativi, mostra nuove frontiere rispetto al danno differenziale quantitativo. Lo squilibrio, derivante dall’applicazione di criteri tabellari diversi per il calcolo della liquidazione dell’indennizzo e del risarcimento per una medesima menomazione psicofisica, merita di essere superato per raggiungere un risultato chiaro, trasparente, semplificato e rapido, oltre che per una nitida applicazione della c.l.c.d. Resta il danno complementare (o differenziale qualitativo). |