Il parlato nel morbo di Parkinson: ampiezza dei gesti articolatori e distintività dei suoni linguistici

Autor: Iraci, M., Zmarich, C., Grimaldi, M., Gili Fivela, B
Přispěvatelé: Iraci, M., Zmarich, C., Grimaldi, M., Gili Fivela, B
Jazyk: italština
Rok vydání: 2017
Předmět:
Zdroj: Il Linguaggio disturbato. Modelli, strumenti e dati empirici, edited by Sorianello Patrizia, pp. 93–108. roma: ARACNE editrice, 2017
info:cnr-pdr/source/autori:Iraci M.M., Zmarich C., Grimaldi M., Gili Fivela B.,/titolo:Il parlato nel morbo di Parkinson: ampiezza dei gesti articolatori e distintività dei suoni linguistici/titolo_volume:Il Linguaggio disturbato. Modelli, strumenti e dati empirici/curatori_volume:Sorianello Patrizia/editore: /anno:2017
Popis: Nel nostro studio ci concentriamo sulla disartria ipocinetica, un disturbo tipico del Morbo di Parkinson (Duffy 2005) che compromette la produzione del parlato e che, in particolare, è stata caratterizzata da riduzione del movimento degli arti, con conseguente target undershooting (Ackermann, Ziegler 1991). Studi acustici sulle vocali effettivamente suggeriscono una ridotta ampiezza dei gesti articolatori (Skodda et al. 2011), benché indagini effettuate con articulografia elettromagnetica (EMA - Wong et al. 2010), al contrario abbiano riportato una maggiore ampiezza dei gesti. L'italiano offre un campo di indagine interessante per testare l'ampiezza dei gesti nei soggetti patologici soprattutto per la presenza delle geminate. Infatti, le geminate sono caratterizzate da maggiore durata e ampiezza del gesto di apertura labiale rispetto alle corrispettive scempie (Gili Fivela, Zmarich 2005). Per dirimere la questione e analizzare dati relativi all'italiano, fino ad ora non considerato nella letteratura sull'argomento, abbiamo effettuato uno studio acustico-articolatorio relativo a parlanti italiani colpiti da Parkinson. Per mezzo di un EMA-AG501 (Carstens GmbH) abbiamo registrato 5 soggetti affetti da Parkinson (65-80 anni) e 5 di controllo (stessa età), tutti provenienti dalla stessa area linguistica. I dati riguardano i gesti di lingua (2 sensori sul piano medio sagittale, per dorso e punta) e labbra (2 sensori, superiore e inferiore); altri 3 sensori sono stati usati per la normalizzazione: 1 sul naso e 2 dietro alle orecchie). Il corpus di indagine è composto da pseudoparole del tipo 'CVC(C)V in cui le vocali sono /i/-/a/ o /a/-/i/ e le consonanti sono occlusive bilabiali sorde o sonore (o nasali bilabiali, per controllo); le pseudoparole sono state inserite nella frase cornice "La/i X blu" (con "La/i"a seconda delle vocali in X). Sono state misurate la durata acustica dei segmenti e le prime due formanti delle vocali, la durata e l'ampiezza dei gesti di apertura e chiusura del labbro inferiore (asse verticale) e del dorso della lingua (asse verticale e orizzontale). Ad esempio, la durata della chiusura corrisponde all'intervallo di tempo tra la massima apertura e la massima costrizione dell'articolatore. I risultati preliminari, relativi a 2 soggetti patologici e 2 di controllo, mostrano che i gesti articolatori anche dello stesso soggetto patologico variano molto in ampiezza (XXX et al. 2014), ad esempio a seconda che si osservi il movimento orizzontale o verticale. Ciononostante, la distinzione tra scempie e geminate può essere preservata, lasciando ipotizzare che i soggetti patologici possano mettere in atto differenti strategie articolatorie per preservare le distinzioni linguistiche. Nella relazione presenteremo risultati ottenuti grazie all'analisi del parlato dei 6 soggetti aggiunti (3 patologici e 3 di controllo). I primi risultati relativi ai nuovi dati considerati sino ad ora confermano i risultati preliminari.
Databáze: OpenAIRE