Myths and resources of mobility inEurope: A research on the cultural meaning of mobility in a group of Italian citizens residing abroad

Autor: Bucci, Fiorella, Giuliano, Sonia, Falanga, Roberto, Giornetti, Antonella
Přispěvatelé: Repositório da Universidade de Lisboa
Jazyk: italština
Rok vydání: 2020
Předmět:
Zdroj: Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal
Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (RCAAP)
instacron:RCAAP
Popis: A partire dal 2008 si è notevolmente intensificato il flusso di italiani che decidono di trasferirsi all’estero. Molte discipline – tra queste non figura la psicologia – si interrogano e fanno ricerca su questo fenomeno, accompagnato anche da un intenso dibattito politico e mediatico. Abbiamo pensato alla mobilità degli italiani come indizio del riorganizzarsi di nuovi modi di vivere l’esperienza sociale, in rapporto alla destrutturazione di alcuni tradizionali ancoraggi della convivenza in Italia e ad alcuni recenti sviluppi politici dell’Unione Europea, entro i cui confini si muove la maggior parte degli italiani in mobilità. Con l’intento di approfondire questa ipotesi e di esplorare i significati che la mobilità assume per le persone che la vivono, abbiamo intervistato 42 italiani residenti a Bruxelles, Londra e Lisbona. Se nel dibattito intorno alla mobilità si oppongono due narrative – da una parte la mobilità come scelta obbligata, dall’altra come evento naturale – dalla nostra ricerca emerge una polisemia più interessante. Abbiamo rintracciato tre dimensioni culturali. La prima ci dice che l’esperienza di mobilità si organizza in rapporto ad attese conformiste che organizzano il contesto di appartenenza da cui si proviene: andando all’estero le si persegue o si desidera allontanarsene. La seconda dimensione parla della difficoltà di riorganizzare il sentimento di appartenenza entro il nuovo contesto: se su un polo compare una cultura anomica interessata a difendere la sicurezza individuale e a mettersi in salvo dai contesti della convivenza, sull’altro polo si articola il desiderio di ridare senso all’esperienza sociale, investendo sulla competenza a tradurne il senso nell’incontro con differenze linguistiche e culturali. Una terza dimensione culturale, su cui si organizza un solo cluster, evoca il rapporto con le istituzioni che organizzano la convivenza, minacciose e rassicuranti al tempo stesso, perché deputate a includere o a escludere, ma anche ad accogliere lo scambio sociale entro una ritualità che ne contiene l’imprevisto.
Databáze: OpenAIRE