Nell’arena del quadro. Il performativo come soglia del modernismo secondo Harold Rosenberg e Clement Greenberg, passando per Allan Kaprow
Autor: | Sessa, Marcello |
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Rok vydání: | 2022 |
Předmět: | |
Zdroj: | Eikón / Imago; Vol. 11 (2022): Pre-Modern "Pop Cultures"?; 355-366 Eikón / Imago; Vol. 11 (2022): ¿"Cultura Pop" antes de la Modernidad?; 355-366 Revistas Científicas Complutenses Universidad Complutense de Madrid (UCM) |
ISSN: | 2254-8718 |
Popis: | In the present essay, I aim to reinterpret the notion of performing in respect of modernist ontologies of art, with a particular focus on American art criticism in the mid-twentieth century. Firstly, I will address to art critics such as Clement Greenberg but especially Harold Rosenberg, as forerunners in acknowledging theoretical importance to the very concept of performing, and in pointing out its leading role in the development of contemporary art.I will analyse the implications of the work of art as a performance in Rosenberg’s formulation of “action painting” as the arena of artistic creation, and in Greenberg’s conception of modernist painting as autonomous and self-determined.I will proceed in verifying the impact of this “performative turn” from the painting to the evironment and the pure event, taking for example Allan Kaprow’s theory of happening and nonart. I will compare it with Rosenberg and Greenberg’s achievements.As a result, I will suggest that performing could be seen, at the same time, as a threshold of modernism and also as a shift towards postmodernism. Il presente contributo intende reinterpretare la nozione di performativo nell’ambito dei tentativi di ontologia dell’arte del modernismo americano di metà Novecento. Vorrebbe anzitutto sottolineare il ruolo anticipatore di certa critica d’arte – si pensa nella fattispecie a Clement Greenberg ma soprattutto a Harold Rosenberg – nel riconoscere il portato teorico del concetto e la sua incidenza nell’evoluzione del fatto artistico contemporaneo.Si analizzeranno nello specifico gli aspetti che coinvolgono il versante della performance nella concezione di opera d’arte modernista, ora secondo Rosenberg (per cui è conseguenza inevitabile della pittura d’azione cristallizzata in un ‘quadro-arena’), ora secondo Greenberg (che lo tratteggia in negativo come svalutazione dell’autodeterminazione del quadro che si fa ‘quadro-medium’).Si proseguirà poi verificando gli effetti del passaggio del performativo dal quadro all’ambiente e all’evento puro, prendendo a esempio la teoria dell’happening e della non-arte di Allan Kaprow, e la si confronterà con le precedenti.I risultati di tale ricognizione condurranno all’ipotesi che il performativo rappresenti, allo stesso tempo, una soglia della teoria dell’immagine modernista e una svolta verso il postmodernismo. |
Databáze: | OpenAIRE |
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