Abstrakt: |
Il presente studio si propone di sottolineare la necessità che la teologia spirituale – anche sull’impulso dato da papa Francesco in Evangelii gaudium–, oltre che sui percorsi proposti dai grandi mistici, dia grande valore ai principi evangelici come tali. Se, infatti, si vuole che la chiamata universale alla santità, cioè la possibilità di poter arrivare a sperimentare, con Paolo e tutti i santi, che una vera vita di fede è una vita in Cristo, non solo questa (la santità) deve poter realizzarsi nei «distinti generi di vita» (LG 41), ma anche in ogni semplice esistenza, fatta di gioie e sofferenza, e non unicamente nelle grandi esperienze di fede o di grandi “notti oscure”, come nella vita di alcuni santi eccezionali. In altre parole, anche le santificazioni “feriali” (vedi alcuni santi semplici o semplicemente santi) devono essere prese in seria considerazione, oltre che dalla predicazione, anche dalla teologia della vita spiritualeche – sempre più – dovrà divenire semplicemente teologia della vita cristiana. In pienezza, certo!, come auspicava Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte, ma anche “semplicemente” cristiana. In concreto, ci sembra che la santità come vocazione di tutti non sia ancora stata studiata guardando alla santità anonima (§ 3) o valorizzando il comune denominatore (§ 4). |