Abstrakt: |
Teresa d’Avila paragona la persona umana e in particolare la sua anima a un castello per mostrare che la relazione tra Dio Trinità e l’uomo presuppone l’interiorità. La relazione non accade semplicemente tra due persone (come per Buber), ma implica un’immanenza reciproca. L’articolo cerca di valutare il linguaggio spaziale per parlare dell’anima e propone di interpretare la spazialità come coinvolgimento della persona in ciò che vive e fa, cosicché penetrare nel castello significa essere impegnato nel proprio agire. In questa prospettiva, il cammino verso il centro del castello indica che tutte le dimensioni e tutta la vita della persona umana sono messe in gioco nella relazione con Dio. |