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Lo studio ha per oggetto il rapporto, talora avvertito come stridente, tra il canone della ragionevole durata del processo e la prescrizione del reato. La prima istanza è considerata nella sua dimensione nazionale e sovranazionale nel tentativo di fornire un quadro d'insieme che dai dati normativi trascorra a quelli di realtà, a cominciare dai tempi medi di definizione, spesso irragionevoli, del processo penale italiano. Analisi non dissimile è condotta sulla principale causa estintiva conosciuta dall'ordinamento penale, la cui disciplina è da più parti ritenuta meritevole di un profondo ripensamento, anche in funzione del rispetto del valore esplicitato dall'art. 111 comma 2 Cost. L'esame delle loro reciproche interferenze consente di dare conto delle numerose proposte di riforma incentrate sulla rivisitazione della prescrizione del reato ovvero sull'introduzione, accanto ad essa, di un analogo istituto estintivo ricadente sull'azione penale o sul processo. A tali linee dinamiche, espresse tanto dalla dottrina quanto dalla politica, si deve la definitiva acquisizione al dibattito scientifico della nozione, non normativa, di “prescrizione del processo”, le cui pur diversificate declinazioni impongono un'attenta verifica onde valutarne l'impatto sul sistema. CLAUDIO MARINELLI (Genova, 1973) è avvocato cassazionista, dottore di ricerca in diritto e procedura penale e professore a contratto di diritto processuale penale presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università degli Studi di Genova. Tra le pubblicazioni si segnalano la monografia dal titolo “Intercettazioni processuali e nuovi mezzi di ricerca della prova”, Giappichelli, Torino, 2007, la voce “Tabulati telefonici (diritto processuale penale)”, in Enc. dir., Annali, vol. III, 2010, Giuffrè, Milano, p. 1111 e numerosi contributi apparsi su commentari e riviste giuridiche specializzate. |