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Questo articolo prende in esame in quanto petrotesti tre racconti di fantascienza di Primo Levi: “Cladonia rapida” (da Storie naturali, 1966), “Ottima è l’acqua” (da Vizio di forma, 1971), e “I gladiatori” (da Lilit e altri racconti, 1981). Nello specifico, i primi due di questi racconti commentano la diffusione delle automobili, mentre il terzo si occupa di inquinamento. Pur non confrontandosi in maniera diretta con questioni ambientali, l’articolo sostiene che questi racconti, dietro il velo della fantascienza, riguardano i cambiamenti drammatici imposti al paesaggio italiano dal boom economico. L’analisi adotta la lente critica della petrocultura e, insieme, del ‘dark green’ teorizzato da Heather I. Sullivan, come strumenti per cogliere le sfaccettature e le contraddizioni della rappresentazione leviana del petrolio. |