Potere imperiale romano e strumenti eulogistici greci
Autor: | Elisabetta Pitotto |
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Jazyk: | German<br />English<br />Spanish; Castilian<br />French<br />Italian<br />Slovenian |
Rok vydání: | 2022 |
Předmět: | |
Zdroj: | Ars & Humanitas, Vol 16, Iss 1 (2022) |
Druh dokumentu: | article |
ISSN: | 1854-9632 2350-4218 |
DOI: | 10.4312/ars.16.1.29-45 |
Popis: | Il presente articolo assume due celebri passi di Virgilio (Eneide, VI 860–886) e di Orazio (Odi, IV 2) come casi di studio per indagare la relazione fra il potere imperiale romano allo stato nascente e gli strumenti eulogistici di tradizione greca. In mancanza di modelli ellenistici specificamente riconoscibili, l’“epicedio per Marcello” sembra riproporre motivi topici della lirica celebrativa arcaica: la bellezza come simbolo esteriore di valentia; la lode come elogio non strettamente ad personam, ma da rivolgere all’intera casata del destinatario; la poesia come insostituibile strumento di gloria immortale. Lo stesso vale per l’ode ad Augusto vincitore sui Sigambri, tutta giocata sul rapporto con il modello pindarico, e condotta secondo un accorto uso della recusatio e della praeteritio che ricorda la struttura dell’“encomio a Policrate” ibiceo. Nel momento stesso in cui viene a formarsi l’impero romano, e di conseguenza si manifesta la necessità di offrirne una rappresentazione letteraria che possa diventare paradigmatica, due fra i massimi poeti augustei si volgerebbero dunque agli autori della lirica greca arcaica, noti e praticati nella Roma del tempo, di cui riprendono temi e arsenale retorico: pare emergere, insomma, una tendenza di riappropriazione retorico-letteraria, meritevole di indagini sistematiche su un campione testuale più ampio. |
Databáze: | Directory of Open Access Journals |
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