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L’allievo e il mentore. Sono i ruoli intorno ai quali ruota il rapporto fra Giorgio Fuà ed Ernesto Rossi. Un rapporto nato all’alba del 1943, quando l’economista casertano, dal confino, inviò alle Nuove Edizioni Ivrea il manoscritto Il problema agrario. Giovane studioso, coinvolto da Adriano Olivetti nella sua prima avventura editoriale, Fuà lesse e commentò il saggio, non senza risparmiargli annotazioni critiche, per lo più apprezzate da Rossi. I due presero a scambiarsi lettere cui dal dopoguerra abbinarono un’assidua frequentazione, che condusse tra l’altro Fuà a essere cooptato da Rossi nell’Azienda per il Rilievo e l’Alienazione dei Residuati (ARAR) e, più tardi, Rossi a chiedere la collaborazione di Fuà – nel frattempo divenuto capo dell’Ufficio studi dell’ENI – per le sue indagini sull’industria petrolifera. |