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La maggior parte dei testi islamici d’epoca classica rivolgono ai cristiani l’accusa di tahrîf. Questa, tuttavia, viene declinata in modi anche molto diversi a seconda degli autori e delle epoche. A tal proposito, Jean-Marie Gaudeul e Robert Caspar parlano di «due grandi tendenze»: quella del tahrîf al-nass o “alterazione del testo”, e quella del tahrîf al-ma’nâ o “alterazione del significato”. Va rilevato, tuttavia, che le due grandi tendenze del tahrîf al-nass e del tahrîf al-ma’nâ raccolgono al loro interno approcci e orientamenti anche molto diversi e che inoltre le due tendenze spesso s’intersecano, nel senso che l’accusa di tahrîf al-ma’nâ non implica necessariamente che le Scritture non siano considerate anche in parte materialmente alterate, come viceversa l’accusa di tahrîf al-nass non implica necessariamente che le Scritture siano rifiutate in toto e che non vi siano in esse brani considerati autentici. Nel presente contributo presentiamo quindi gli autori musulmani più significativi della polemica islamo-cristiana classica tenendo conto di questa diversità di orientamenti e di questo particolare intreccio tra le due tendenze fondamentali. Quest'ultimo genera infatti almeno tre diverse posizioni: alcuni autori considerano i Vangeli come testi quasi del tutto falsificati, altri come testi contenenti alcune parti autentiche, altri ancora li considerano quasi completamente attendibili, arrivando ad accettare anche i brani che evidenziano la divinità di Cristo, di cui si limitano a contestare le interpretazioni cristiane, ma pur sempre rifiutando le testimonianze del Nuovo Testamento sulla crocifissione, negata esplicitamente dal Corano. |