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Il sito di Volubilis, situato nell’entroterra meridionale della Mauretania Tingitana, costituisce l’unico caso in tutto l’Impero in cui si osserva la più alta concentrazione di oleifici in ambito urbano assieme a processi di cambiamento della strumentazione produttiva. Nell’arco di circa un secolo si verifica la sostituzione di contrappesi parallelepipedi per torchi ad argano (sistema più antico e diffuso in Nordafrica), a contrappesi cilindrici, morfologia che in regioni come la vicina Betica è impiegata per più sofisticati torchi a vite. Alcuni studiosi si sono interessati a questo sito nell’ambito delle indagini sullo sviluppo tecnologico e la diffusione di innovazioni in antichità, proponendo due diverse ricostruzioni. I produttori volubilitani potrebbero aver incrementato la rendita investendo in una tecnologia di importazione più avanzata o mantenendo i meccanismi già in uso, modificando – secondo criteri locali – materiali, forme e misure dei contrappesi. In questo articolo si propone una possibile soluzione a questo dibattito sulla base di nuove e più approfondite ricerche svolte a Volubilis e nei principali siti della Tingitana. The ancient site of Volubilis, located in the southern hinterland of Mauretania Tingitana, represents a unique context in the Empire because of the highest concentration of oil workshops within an urban environment and the occurrence of technological modifications of productive instruments. Throughout the course of a century, rectangular-shaped counterweights for windlass press, (ancient pressing device widespread across North Africa), were progressively replaced by cylindrical counterweights, a type of tool generally employed together with more sophisticated screw press in neighbouring regions like Baetica. During their research on the technological development and diffusion of innovative techniques in antiquity, some scholars looked at this site and suggested two different hypotheses. Olive oil manufacturers might have increased their production by investing in a more advanced technology imported from abroad; otherwise, they might have kept using already existing devices, modifying only the material, shape, and size of the counterweights according to local criteria. This paper offers a possible solution to the debate on the basis of new data and field research carried out at Volubilis and at the main urban sites of Tingitana. |
